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THE
UNIVERSITY
OF
WARWICK
LIBRARY
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DISSERTAZIONE
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GIOSEPPE D.4VANZATE
Patrizio Fiorentino 3 e Tra^nese , Cavaliere Gerosolemitano , Arcivescovo di TraNI 3 b Patiuarca di Ales¬ sandria ,
SECONDA E D 1 Z 10 NE .
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M. DCC. LXXXIX.
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PR. ESSO FILIPPO RAIMONDI. CON LICENZA DE' SUPERIORl . .
ALV 1LLUSTRISS1M0 SIGNORE
D. GAETANO CARCANI
DIRETTORE DELLA REAL STAMPERI A , SE-» GRETARIO DELLA SUPREMA GIUNTA DE- GLI ABUSI , SOFRINTENDENTE DELL® REGIE SGUOLE DI S. EERDINANDO ,
£ REGIO ACGADEMICO £RC<> LANESE €C. CC,
SIGNORE
I E opere ch’han meritato i -® — J piii gran plausi dal pub- blico sdegnano di portar in fron-
te nome che non sia di persona
* di
di gran fatna nella Repubblica delle lettere . Di ?al calibro t af- fatto questa Dissertazione su i Vampiri per la nobile e conti- nua testimonianza , che la gente culta d’ogni dove ne ha renduta. Quindi non priraa mi proposi di restituirla colle mie stampe di bel nuovo alia luce , che mi determi- nai di umiliarla a V. S. Ill™*, ch’ ora mai pel suo sapere , per le sue ktterarie fatiche , e per le nobili doti dell' animo , acquista- to ha quel vanto, cui con tnalag- gevolezza potr4 altri pervenire . Le sue rare virth , e le tante me- ritate lodi , che di ora in ora sensibilmente van crescendo , lun-
go canipo mi darebbono da po-
«»
ter qui almeno tesserae un corn-
pen-
pendioso elogio , ma siccome ven- go dalla propria inefpertezza , e dalla grandiosity dell’ argomento sgomentato, cosl forte temo che un sirail discorso non abbia ad
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altamerite offendere quell’ innata sua modestia , ch’ h universalmen- te da tutti predicata . Sicch& di niun altra cosa facendo motto mi basta solo di eseguire i miei ar- dentissimi voti di render all’ irn- pareggiabil merito di V. S. Ill™ questo tributo d’ ossequio , il qua¬ le se sary poco accetto a V. S. Ill™, sary certamente buona ven- tura pel mio libro , cui £ tocca¬ ta la sorte di comparir alia lu¬ ce sotto il suo nome . Dunque si compiaccia V. S. Ill™ di accet- tarlo di buon’ animo , e di pro-
teg-
teggerlo, insieme con 1’edifore, il quale con pienezza d’ ossequio si gloria di dichiararsi
Di V. S. Ill™.
Divotifs'cLbligatifs.fervo vero Filippo Raimondi.
AI LEGGITORI.
LA Difiertazione fopra !e apparizioni ftrepitofe de* Vampiri di Monfignor Gioieppe Davanzati, Arcivefcovo di Tra- ni, toiio che ufci dalla fua penna , ben¬ ch^ manofcritta , ella H fparfe non folo per 1’ Italia noftra , ma di la da’ Moiyd . II folo giudizio vantaggiofo , che d’efla diede il piii gran Pontefice , che fiali ve- duto nella Sede di Roma , qual fu Be¬ nedetto XIV , bafterebbe a ftabilire il fuo merito : ma la ftima , che ne han fatta diverfi altri Letterati con averla citata con lode nell’opere loro , maggior- mente lo confermano . Quindi e , che il Burmanno diceva adun noltro regnicolo, ch’egli non avea letto cola migliore su quefto fuggetto . E certamente fe fi riguar- da 1’ ordine , la lpregiudicatezza del pen- fare, e la vafta e varia erudizione , e co- gnizione de' nuovi fiftemi , apparira chia- ramente quanto effa fuperaPaltreje fern- brera non die re feritta da un Autore , che nacque dopo il mezzo del fecolo paf- fato . Per lo merito dunque dell’ Opera, e per le continue rlchiefte , che ci veni- van fat te , e fpecialmente nelT anno fcor- fo , in cui fi fenti di nuovo parlarc in
a a Ger-
I
Germania di quefle apparizloni di uo« mini morti , o fian Vampiri 5 ci fia- mo molli a pubblicarla. Per I’edizionc di effa noi abbiafio fceice !e migliori copie , e quefte confrontate col primo borro dell’ Autore . Noi flamo reftati for- preii dal vedere la diverfita delle copie , e la quantita degli errori si per li paffi monchi , od alterati , che delle cofe ag- giunte , o dislogate da* proprj luoghi . Ci liamo dati la pena di rilcontrare tutt’ i paili degli Autori , che venivan citati 7 di ridurli alia vera lezione, e di notare a pie di pagina il luogo , ond’ eran prefi , che mancava in effe copie . Abbiamo parimente aggiunto i Icmmarj ai capito- Ji, ed alcune note colla vita dell’Au- tore . In olne fi e ftampata una Lette¬ rs fulla riforma delle Fefts fcritta a Be¬ nedetto XIV colla rilpofta di coftui al Davanzati . Speriamo , che ’1 Pubblico ci fapra grado di quell a tatica ; e che kggera con pacere in quefta DilTerta- zione , che gli prefentiamo , il piu bel fatto della ftoria deT pregiudizj umani ; e vedra quanto l'uomo prevenuto fia fa¬ cile a dar corpo all* ombre , ed a for¬ ma rfi degl’ idoli talora di venerazione e dt rifpetto , e talora di fpavento e di orrore. Vivete felici «
VITA
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D I
GIOSEPPE DAVANZATI
AECIVESCOVO DITRANI,
A Fdmiglin Dava&zaii e cost nota, che non fa uopo , che mi distends d dtre fadVella fa. Bast a 1 1 mentor a - re generalmente , che per lo fpazio dl 200 annl efercltb il raggudrde~ vole ufficio dl Confaloniere delld Repubblica dl Firenze , c che fa fetnpre feconda dl tiomlnl hluftrl nel'e left ere , e nelle magistrature ; tra nloltl dc 5 cjuali e eh taro nh Bernardo Ddvarizatl per le dotte op ere fae , ed un Gtttliano , fpedito Ambdfcladore dalla fad Repubblica all' Fm per adore Alberto /, per le fa¬ ne ste fazionl de' Guelfi , e de GhibcWtni . Qfe~ sta fazlene > che lacF/o per molt l fecolt l Italia, e fece , che le Gift a per defer o l loro pit* Hitts tr l Clttadlnl , per fettrarsl alle c ontinue siragi , dl cui era cugione 5 obbllgo Un Agnolo Davanzdti 4 rifttggirfi in Napoli j dove dimorando procre'd
a J Lo-
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Lorenzo ^ e Lorenzo procreo Giuliano . Da Giu¬ liano , che aveajpofata si gat a Mar icon da , di nobit jamigiia Napoletana i naeqne Lorenz,o : il quale tolta in mo die Eugenia Calia . nobil oriqinaria di Atene , ed umca crcde 3 Ji trasferi in Earl , quell a dimorava ■» con cui procreo Giuliano , A7/V- cofo , A gat a , f Giofcppe . Giuliano mori in eta fanciullejca , Niccolb ju mandato da fuo Padre a Firenze , perche aveJJ'e cur a de fmi beni , Agata fu data in moglie a Domenico Forges , mi^lia Nobile origin aria da Chaalons (i) Francia.
Gioseppe , £#/ imprendo a firiver la nit a,
riacque in Bari nel da 1 9 Agosto dell' anno 1 6 6 5 . Egli palesb ben testo la vivacita del {uo ingegno . ll Padre prefi di lui jomma cur a , e fecondando la Jua inclinazjone per gli studj - ed alimentandoJa cogli efcmpj di gran di uomini 3 ottimo mez.zjo a por~ tare i gtovani a gran cofe , lo man do a studiare la lingua latina de' Gesuiti . E 3 fi diftrnfe dagli altri : ma la morte tolfe al Padre il placer di vederc 5 come corrifpondeva il gio- vane fuo figlto alle cure di lui . Gio feppe non pote comprenderc la perdita di fuo Padre si per la te¬ ns 'r a eta , che per la diligenz,a , chc fcguito ad aver di lui fua Adadre . Avendo compito , nelTeta di 1 5 anni , lo fttudio dtlla umanitd , e delle belle lettere •> imprefe il corfo della filofofia Ariftotelica , fecon - do che V infegnav an 0 i Gefuiti , dalla quale rimafe pint toft 4 annebbiato , che rifehiarato l ingegno [ho , non avendone apprefo altro , chc poche inutile
pa¬ ll) Ved. Baile art. Niceola Perrot. not. (*)
j e le belle lettere nel Collegia fcce de ’ gtan progrejfi , e tosto
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far ole . Sua Madre ben che defderajfe di aver fem- pre appreffo di fe quefto Juo figlwolo , che folo di que\ che avea , l era rimasto in cafa \ nondimeno fa- grificando tamor mater no al vantaggio di lut, trt cut dee confstere il vero affetto de3 Genitori>rifol- ve d} inviarlo all ’ Vniverftd di Napoli ; per che fornijfe il corfo de" fuel studj . E per che egli era inclinato alio stato Ecclefastico , prefi quefli or di¬ nt i che /’ eta fit a ccmportavano , partijfi lieto per r ardente brama > che avea di perfezionare ilfiuo fpirito . Giunto a Napoli fi diede alio ftudio del - le leggi civili , e canoniche , ed alia Teologia • Non eran paffati tre anni , quando perde fiua AEadre , della di cui morte fenti grand? jfimo cordo - glio . Forniti a ch'ebbe questi studj > conol be <> che git mancavano nella concatenazione del fapere , oltre all* altre> le cognizioni fifiche s e matematiche : delle qua- li feienze era priva quefta Univerfitk ■> che ora per le cure del Re Carlo vi s’ in fegn an o. Per laqualco- fa rifolve di andarle ad apprendere a Bologna . Mentre era fulle tnojfe , riceve nuova di Firenze pel Cavaliere Boftico Davanzati , di lui parente della morte di Niccolo fuo Fratello 4 Onde partitoji tofto per quella Citta > e dato fefio a suoi affa~ ri domeflici , gortojfi a Bologna , ove egli ap- prefe le fetenze Fifiche e Matematiche * Comgiti quefti ftudj , rifolve di vtaggiare i si perche era Jpinto a ci 'o grandemente da una naturale inclina- zjone ; come perche penfava , che dopo l ' acqiii - fto at alcune idee neceffarie , non vi fa cofa mi- gliore per conofcere l Homo , quanto il via^gia- re y e vedere le gran citta del Aiondo , cW e
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tWnonw un maefiro fempre par tame . Fat? a quefla elezjone , e avendo veduto tutte le cittd principals dello Stato Fontificio , della Tofcana , e quelle del- io Stato della Repubblica di Venezia ffi conduffe a Milano \ dove fece ftretta amicizia col z?o del fit Cardinale Pozzobonelli, il quale avea rifoluto di ve~ der Farigi , ed indi di vifitare il Santuario di £, Giacomo di Galizia . Onde unito/i feco lui nel viaggio y e trattenutofi alquanto a 'Torino , ed a Ginevra , pafso a Parigi . Quindi dopo ale uni weft di dimora ji conduffero amendue in Galizid a vifitare quel Santuario . Ma fixe come il Poz¬ zobonelli non avea avuto altro fine del fuo viag - gto y che quefio , rivclse il fuo cammino per ILta- Via y non potendo perfuadere a venir jeco il Da - vanzati 3 che tutto altro oggetto s' avea propo - fio . Rimafio adunque [do il Davanzati , ed a - vendo ojfervato tutte le Cittd principal i della Spagna , e del Portogallo , tomb di nuovo a Pa¬ rigi y ejfendo molto tnnamorato delle maniere * e de ' cofiumi dT Prancefe . Quivi (i tratten- m molti anni 3 non tralafciando di migliorare il fuo talento con frequentare le Univerfitd , e col converfare co’ migliori Lettcrati di quella . Do¬ pe un si lungo foggiorno a Parigi pafso nel - le Fiandre , indi in Olanda . Ouindi avendo fatta rifoluzione di ripatriarfi , pafso da Co Ionia a Magonza , e ojfervando il Palatinato , il Circolo del Renoy f sllfazia ,la Loretta , il Dclfnato , e la Provenza , per Sciamberj fi trasferi a Genevra . Ma come fu quivi giunto 3 ritrovo ejfergli fiato da Firenze rime ffo del denar o dal Cavalier Boftico
Da-
IX
Dctvrtnzati s e n on potendo dimenticarfi da Parigtf hi tempo fpecialmente , chc rcgnava il gran Luigi , voile ritornarvi di nuovo . Donds , alo.nar.to dopoy penso di pajfare in Jnghilterra 3 si per ojfervar quell 1 Jfola , /70^/V yw* delP Arti e delle Science , co¬ me per conofcere quanto allora ejfa avea di piu grande , cioe l’ immortal Neutone \ per la qual co fa drizzo il fuo viaggio per Bologna . Ada per varj accident 's gli fu impedito di pa far oltre , c non ebbe altro piacere , c he di vedere da quefa Ch¬ id ad occhio nudo P Iftghilterra . Quindi ri tor nan- do di nuovo per le Fiandre in Clan da , pajfa- to da Aguifgrana in Colonia , e da Co Ionia a Treveri , e at tr aver fan do la Lorena 3 e l altre Br ovine ie della Francia 3 venne per Sufa di nuovo a Torino . Indi avendo offervato quegli altri Statt d* It alia ,che ne! Pan dare non avea veduti , finalmen - te ripatrioffi 3 accolta con indicibile piacere da fua Sorelld . Ada poco fi trattenne in Bari , perche fu obbligato dipartir per Firenze , richiamato cold da Juoi interejji ; i quali avendo nmejji in buort or dine 3 s'indrizzo per la P atria nuov ament e. Giant o a Napoli , e avendo faputo quivi , cF era vacata la Dignitd di Teforiere jlella regal Chieja di S.Ntccolb in Bari , bcnche molti la pretendefero 3 la chief , e V ottenne effendo allora Diacono. Dopo di cio3 avendo ricevuto Pordine Sacerdotale per mano del Fefiovo di Adontcmarano Adariconda fito zio 3 parti per Bari , ove gode per quafehe tempo in nn ozio lettc - rano la fua nuov a Dignitd . Ada fccome gli uomini di letter e , e virtuofi mal fin veduti nella lor Pa¬ tna dagPignoranti o fa per una ffitalita , o perche
quefii ri guar dan o di maV occblo quelle virtu , e quel fapere , di cut effi fin privi , cercarono neW ammo di Alonfignor Prior e Pallavicini^ con- male arti adombrando le fue virtu , di fir edit ar- lo . E ad ifiigaz.ione loro il Pallavicini tefien- do una nera impoflura , lo fice chiamare a Ro¬ ma . Quivi giunto dur 'o poca fatica adimofirare la fua innoctnz^a , onde fu tofto rimandato a Bari . Egli cerco con moderaz,ione di animo di rappacificarfi col Pallavicini : ma auefti come ad onta fi recava la fua venuta , e 7 vedeva di mal'occhio , fingcndo amicizfta^ gli tramava intan - to nuovi inganni : quando una cagione non afpet- tata dfivelo innanzd tempo contro al Davannati il celato fuo oaio . Aveva ailora Clemente XI fipe- dito or dine a tutte le Chiefi del Regno •> che do - po La Me fa filenne fi cantafiero le litanie , per¬ ch e Dio fi compiaceffe di por pace tra Principi di Europa , / quali in quel tempo per la fiuccefi- fione della MIonarchia di Spagna erano tutti in guerra . Monfignor Pallavicini proibi , qual fie ne fofie la cagione , ai Preti della fua Chiefa di ob - bedire al Pontefice in quefto , ma il Tefiriere Da- vanz,ati efigmr voile gli ordini del Papa . Del che inafiprito il Pallavicini , accufandolo al Pa¬ pa , di mifiredenz,a ( jolita accuja - per per - dere gli uomini virtuofi ■» e di lettere ) il fece richiamare a Roma , Ma ficcome le avver - fit a fempre non nuocono < quefia fua nuova mo- lefiia firvi a farlo conofcere , e ad aprirgli la firada a nuevi onori . Egli pel fuo talent o fece ami - cizfia con mold Cardinali , ma piu che delle amici -
zde ,
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site di an efti , tic uni dc’ quail erano rifpettabi • li , eta pc/ grado , 7? gloriava molto di quel- la 3 eta JirinJc con Profpero Lanibertini 3 e col Mar- chefe Mafftei ,che per la conformita del penjare in- divifibilmente canvivcvano infteme . Egli pofe tofts in chiaro la fua innocenza3 facendo vedere 9 chc l' a c~ cufe del Pallavicini non nafcevano altronde , ftc non d all’ aver voluto obbedire agli or din i del Papa , che il Pallavicini avea ricujato di efeguire . Clemen¬ te XI si per la falfttd delle accufe , come per la fomma obbedienza dal Davanzati ufata agli ordini di lui , dicbiarollo innocente , e richiamo a Roma Monftgnor Priore y come incorfto nelle cenfure . Il Davanzati fegu) per molti anni a trattemrfi in Roma . Finalmente ejfendoft pubblicato il note inter - detto di Lecce , e trovandoft le cofe molto alter a- te tra la Corte di Roma 3 e queila di Vienna , ft pen so dal Papa Clemente XI di mandare a Cefare ms uomo di fpirito , e di accorgimcnto per accordare V a ft are dell3 Inter detto . Volje tofto il penfie- re al Tc fori ere Davanzati , il quale non folo egli ftejfo avea conofciuto , ma Jentito da' Cardi¬ nal} lodare , come uomo di fpirito penetrante , c di prudenza , e di dottrina fornito , che avea gran cognizione dell uomo y poiche avea varie nazio - 7ii , e coftumi fcorti viaggiando . Elettolo dunque per Legato ftraordinario a Cefare , il Davanzati corfe tofto ftulle pofte a V tenna . Era allora in quel- la Corte il Conte Stella > nato in Modugno , piccola Cittd della Provincia diTranial quale per varie cir- eoftanze avventurofe era gtunto ad ejfer molto caro a Carlo VI. Ora il Lavanzati neprimi me ft del
(no foggiorno cola i pofe t Pitt a Ia [ha cur a ad Accfut * ftarfi V amicizfia del Conte , come gli venne fatto per gli accidenti i meno previfti , e poco rile - vanti , tanto e vero , che per lo pit* ne' gran JSIegozaati alcune minime cofi decidono della forte di cjueili . Conciofache come gli emuli del Conte Stella j adombrando il vero 3 fpargevano malamen - te alcune cofe del mtd,ejimo , le auali fe mai erano tn lui 5 non provenivano , che dalcafo , e ne chiede- *vano fpejfo , e importunamente il Davanz.ati. come fuo paefano , ad approvarle ; egli non folo gli difin- ganno , ma colle fue prudenti rifpofle gli fee e tacere , Il che giunto a notizfa del Conte , tanto amor gli prefe } che non folo gli dava fegni de'piugrandi onori 3 ma di ccntinuo grandemente il lodava a Car¬ lo e pel fapere , e per la fua virtu 3 e per /’ in* tegrita de' fuoi cofumi . 11 Davannati per ta¬ li ufficj 3 e per lo Juo fpirito , e per le fue al - lettanti maniere , (i feppe bene in [in u are nella gra¬ tia dell' Imperadore . 11 qual conofciutoloper cjuel- lo , che gli era (Into deferitto , lo fece deg no cost della fua benivolenz^a , che non pafava giorno, che ttol volejfe feco a ragionamento i Giunto a cjuc - fto ftato per le fue ottime cjualitk fu facile al Davanz^ati di fpianare /' a fare , e di fiffare i punti principals della pace . Ala come vi bifo- gnava un abboccamento col Papa a rifolver oli 7 mejfof fulle pofe 3 prefe la via dy Italia. Poche mi- glia lungi da Vienna roverfeiatof ilca/cjfe 3 difven- turatamente gli fi ruppe una gamba 3 onde fu neceffitato di ritornare in dietro . Rifapntofi cio da Carlo VI, gli mando il Chirurgo di Corte 3 per che
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fojfe da quello curate . Sorto dopo ale uni mefi 3 prefe di rmovo la via di Ronta , ove giunto , ed Hpprovatofe il fuo piano 3 rhomb a Vienna per dare P ultima mano a l negoz^iato 5 il che tofto efegui; ed il feppe si bene cofidurre , che ne Puna , ne Pal- tra parte elpbe a dolerft . Cos / avendo fornito otml fua tncmnben^a , ft affrettava diritornare in Ro¬ ma col Conte Galas , Ambafeiatore Impenale a quel- la Corte ; quando Carlo R I gli voile dare un tjuovg contrafcgno del fuo affetta > nominandolo Arcivefcovo di 'Trani , la quale Chiefa da molti an- ni era vacante ? fetcendogli dono di 10000 fiori- ni per le prime ftpefe . In quefta occaftone la Prin¬ cipe {[a Pip gli regalo una croce di j meraldi colP anello contornato di diamanti. Giunto in Roma col Conte Galas , ftretto Juo amico , \l Papa Clemen¬ te XI ft chiamb pubbhcamtnte Joddisfatto dell* opera fua * e come altro non vacava allora , che PAbazja di S. Maria della Vittoria per la morte del Cardinal Carpegna , di rendita di Goo feudi Romani Panno , di quella lo invefti , e conjdgrollo Arcivefcovo di Trani .
Non cos ) toflo il Gran Alaeflro di Malta Perel- los feppe ejfere ftato creato Arcivefcovo di Trani > che gli confer] con [ho Brevetto la croce di Cava¬ lier di Malta , ed indi poi con un altro lo e- lejfe Giudice Confervatore de 1 privilegj di detta Religione nella Provincia di Trani , del che avert - dolo ringraziato RIonfignore con fua let hr a > il gran Alacfiro cost gli rijpofe .
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JLLVSTRISS. E REVERENDISS. SIGN .
Radi fee V.S. III. con efpreffioni cos) obbliganti i due Brevetti , i quail m accufa coll a corte- JiJfima fit a de ’ i 5 di Ottobre , che to mi riconofco in debito di rendergliene copiojijjime gra^ie . La Croce del mio Ordine collocata nella fua jacra Per- fona ricei/e l a fir 0 > e fplendore dalla fita Arrive- fcovile > e V ave* prefa la confident di elegger- la Giudice Confervatore e un altra Croce , perche porta tl pefo di difender e i privilegj del ri fieri - to mio Ordine , Io fin fiettro , che V. S. III. lo fa- rd con z^elo in ogni congwritura • Alentre bramo- fo d'J autenticarle la ftima ben di flint a 9 che profiefi fi al feto fingolarijfimo merito 3 le auguro ilcolmo delle pm invidiabili felicitk . £)i Malta li 3 o di Novembre 1718.
M firvirio di V.S, 111. il Gran Mae fire
Perellos .
Poiche egli fa di quefio nuovo onore ffegiato, pdrtiffi fttbito alia volta di Trani . Giunto , che vi fit , trovo qncfia Chief a in it no fiato deploy a - bile . La Sede per moltt anni vacante avea di tnolto rilafciata la difeiplina > c introdotto una gran fitperfiirione nel Volga , effetto , vltre alia prima cagione , della poca dottrina dc Prcti . Qtiindi pofi tuttc le cure a torre qttefii inconve - nt<nti , e fipccialmente alcunc divorioncine , che fi j cinzano d. nottc tempo ad alcune vtcchie imma-
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XV
gin'i , E primieramente egli eomincio a fpiegare coni Domenica la fcrittura, ed a fare de D if cor - fi Pajlorali tendcnti a torre quegli abaft ; ma come vide ritrarfiene poco frutto , perche e difficile sbarbicare alcuni ufi del% popolo , e fpecialmente quart do quefii col velo della Religions danno campo Agli uomtni di foddisfare le Loro pajfiom ; cosi egli rifolve di aprire la S. Fifita per la fit a Diocefi , e portatofi armato di uncini , e di martelli in quelle Chiefe , ove allevecchie immagini fi prefiava quel fuperflisiiofo culto , molte di quelle pofe in pezzi , ed infranfe . Quefle fue operation?, fccffero talmente il popolaccio , e cos } inafprirono i Frati , ed i Preti , i quail da quelle tali divozioncine gran pro true - vano , che fiflenuti da una delle prime Dame del Regno , che gran maneggio avea in Roma , /’ ac - cufiarono al Papa per Iconoclafla , e per ordine del quale fu chiamato a Roma. Quivi giunto , pafsb piu di un anno , prima che avefss potato aver udienza da Benedetto XIII , ch era fiucceduto a Clemente XI , tan to aveano prevenuto /’ animo reli - giofio di quefto Papa contro di lui . Alla fine aven - do trovato modo di parlar cd Papa , e prefenta- tofi colla fiolita fua fuperiorita di fpirito , incomin - do in quefle voci il fuo difeorfo : En caput Pro¬ phets , premium puells faltatricis . Le quali pa~ role forprefero il Papa, cd indi difeovrendo tut - ti gl ’ intrighi , che avea ufato in Roma la Prin - cipeffa N.N. per perderlo , e facend^gli vedere , che P aver rotte quelP immagini era un effetto di zelo pel vero culto di Dio , venne poi a numerare i fervi- gi , che avea preflati alia Corte di Roma : il che
XVI
efpofto col la fua vivacita di efpvcffioni , ed intre - pidenna , mofe cost V animo pietofo del Papa , che convinto della fua innocenna e dell imp of u - ra altrui , il rimand'o alia fua Sede . Ritomato egli in Trani non fo.lo non portb odlo a fuoi nemiciy ma ancora colla folita fua magnanimita , loro fece del bene , e molt l di quei Preti provide , in contra - cambio del male , di beneficj , e di prebende . Egli rivolfe l animo nel fuo ritorno ad introdurre qual- che lame di fapere nel Clero , onde fondo alcu- lie fcuolc pubbliche nel fuo proprio palaz.no , ejfen - do nemico di Seminarj , ne' quail y credeva , che la gioventu fofse piu efpofla ad apprendere ilmale , che il bene ; c cio per l unione di tanti giqva- ni per ingegno , per coflumi <* e per inclinanioni diverf . Quindi invito fenn alcun difpendio a ve- nirvi non jolo i Preti della fua Chief a , ma quei della fua Dior eft a quali nel primo piano del fuo palanno affegnava una f l anna divifa dall’ al- tre con tutto cio , che loro facea bifogno : ma o la barbarie de tempi y o la fcarfenna de' Preti fece y che tofto le Scuole fi chiudejfero , onde dedetti , e di tutto cio , che avea fatto per ufo di quelle , alP Ofpedale pubblico ne fece dono . In quefto tempo venendo in Benevento Papa Benedetto XIII •. egli parti per Firenne per vendere quegli altri beni > che gli erano rimafti , dove pervenuto , il fuo primo pen [ter o fu di ergere , in fegno del fuo amore , un Sepplcro di marmo a Niccolo fuo fratello nella Cappella di S. Caterina di Padronato de 3 Da- van zati , cti e a fnijlro della Chiefa della SS. Trinit a \ Egli vi (ece fcqlpire la fguente Jfcri- nionc da Ittt medefimo compofta .
D. O.M.
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D. O. M.
NicolAo de Davanzatis Laurentii FILIO Patricio Florentino Baiul in Apulia nato Ex quo Florentiam Appulso IbiQUE SUAE AetaTIS FLORE Heu immatura morte correpto Non sine lacrumis sepulto
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Joseph Davanzati eques Hi erosolimitanus Et Arch i episcopus Tranensis
FrATRI DULCISSiMO IN OB$EQUIUM Sui AMORIS APPONERE CURA V IT
Anno Domini MDCCXXVIf.
Avend.o danque dato fejlo a faoi affari , rhomb al¬ ia fa a Sede , dove avendo faputo la morte da Bene¬ detto XIII > corfe in Roma per affijlere al Concla¬ ve , in cui ftt eletto a Papa Clemente XII : ed avcn- dogli baciato il piede 5 fece rltorno in Trani . Net fao rltorno fa travagliato da naove ettre e deli¬ cate . Era in Tra?ii allora il P.Afaeftro Maulano de' Alin or i Convent nail , uomo robujlofaalace, di m ti¬ nier e infimtanti e fervido d ingegno . Quejli avea ■per mez.zo della confejjione fparfo negli animi di alcttni degli err or i gravi in Religions , ed a vea format a una fpecie di fetta . I faoi fentimenti era - no , cloe (iccome il peccare non era del corpo , ma dell' anima , cost quando qtiejla fi follevajfc al¬ ia contemplazjone delle cofe celcjli , il corpo po- tea fare qualmque azjone vietata dalle leggi di-
b vine
XVIII
vine cel umane , fenzjt after iverfi quell a a peccato . Qucfti fiuoi fientimenti trovarono tofto de' fieguaci , come troppo commodi a gar ant ire le debole v.z.e , e la mallei a urn an a , egualmente negli uomini , che nelle donne . Avendo per mcz,z.o dl ale uni Mlfjio- narj V Arcivescovo do ftcopcrto , pep so fiubito di formarne con tutta la fiegretez.7ia il proceftfo , ed a formarlo In tal gulfa fu necejjitato per molte ragloni , che la prud,enz,a umana , e la car ltd cri- (liana richicdevano . Verificato ll tutto , arrefto il Padre Macftro , e ne firijfte a Roma, Ma come quefto fatto ojfendeva tutto /' ordine de' Min or i Convent nail , cjji fi adoperarono cos ) bene in Ro¬ ma , che feccro , che non fi venljfe a quella pen a > che meritava , ma fattolo dlchlarar paz.zo , fi or- dino } che fojfe confiegnato a ’ Frati del fiuo Or- dlne perche ll confinajfero in Gravina . Quefti > poiche videro nelle loro mani il P . Maulano , ccrcarono per /’ altrui me^o dl mole ft 'ar P Arrive - ficovo . Ed in fatti fieccro ricorrcre al Vic ere Dawn y che il procefo prefio per /’ a (fare del Martian o era J la- to fatto con tutte le formolc dl quello del s. Officio, il che era contra le leggt del Regno . Qgtcsto nome co¬ il odioso e detefiabile mat fiempre nella nofir a Nad one fice taut a imprejfione nell animo del Vic ere , wo fo an cor a dagli occult i maneggi de' Frati , che 7 ri- chiarno a Napoli a render conto di ftua con dot - ta , FgH obbedl tofto agli ordini fu promt , e pre - fentatofi al Vicere , fcce vedere , che rpolte pre ft anti e firrti ragloni /’ avean mofio a prevder in quell a forma il procrfto , come poteva egli fieljo vedere da fi cello , che gli prefix: ava , Dal che ri lcv.it a fi la fiua
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innocent , e la fua prudente condotta in ajfare si delicato , fu rimandato alia fa a Sede . Tofio che fi re flit ui a Trani , egli riprefe non folo le [tie care paftorali , ma ancora le letter arie . In queflo tempo ferijfe alcane Differ tazioni falle Comete , le quadi , come mat non ebbe earn delle cofe fke , fi fono perdute . Mi ajficara per 'o I abba- flanza noto Abate Galiani Configlier del Commercio> che l * avea lette 5 ch ’ erano feritte con molto giu- dizio , Non avea poflo fine a quefta fua letter ayia fatica , qaando rinnovandofi nel 1739 le apparizioni de’ F'ampiri in Germania , egli per foddisfare alia cu¬ rio fit a di alcuni fuoi amici fi pofe a ferivere ana Difi fertazione su qaeflo fenomeno , la quale , comeche non mai voile ftampare cofa alcana , pure fi di - volgb tofio cosi manoferitta non folo per l Italia , ma di la da’ Monti , In queflo tempo egli fu af- flitto per la morte del Cavalier Boflico Davan- zati in Firenze , il quale gli lafcio in tefiamento vita fua durante l annua rendita di ducati 400. NeWanno feguente il dotto Cappetlano Maggiore Aion- fignor Galiani 3 fuo flrettiffimo amico «> gli diode nuo- va materia da ferivere . Ei gli chief? in nome della Conteffa D/Clelia Grilli Boromei il fiso fentimento fulla natura del veneno della Tarantola di Puglia , de1 fuoi ejfetti , e cio che flimaffe dell’ antidoto del fuono , e del hallo per rifanarne , Il Davanzati fid- disfece fubito alle fue domande con una lunga% e dot - ta let ter a , che fieri fife su quefla materia ; alia quale il Galiani avendo fatte alcune obbiezioni , ei gli rifpofe con un altra non men langa , che erudita let ter a , con cui aifiioglieva le obbiezioni propofie . Di quefte due
b 1 let -
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lettere non ho vcdato , che la Jeconda , la quale, merit a di darji alle ftawpe > racchmaendo molte co - je tnterejfamt fa qaejto foggetto .
JSfel 1741 ejfendo ftato eletto a Papa Profpero Lambertini >fuo amicijfimo , eg li nell' eta di 75- anni Ji parti per Roma a baciar il piede a Benedet¬ to XIV . Fu accolto co * fegni pid grandi di ono- re y e colla fiejfa arnica awicizja dimoftrando 9 che la nuova faa dionita , come fetole fpejfo m ale uni avvenire , in nulla avea quella alterata nel Jao grande ammo ; e non pajfava gior- no , che non fojfe con Itti . Quefla benevolen - z,a del Papa ingelosi toflo i Cardmali , In que- fio tempo il Re Carlo Ji preparava a parti- re pel Santa ay io di S. Niccolo di Bari . JI Cardinale Acquaviva , che 7 mirava gelofamen - te , prendendo qnejia occafione } un giorno nell’an- t icamer a del Papa rivoltoji al Davanz^ati gli dijfe , che era di bene , che dovendo pajfare il Sovrano dalla fit a Sede Ji fojfe trovato cola a ba¬ ciar fi la mano . Egli comprefe V idea del Car - dinale , e prontamente gli rifpofe , forridendo , ch* ei fapeva par troppo il Jito dovere: che lo ringra- zjava del fio configlio , ma ch 5 era troppo tardi ; poiche era vena to a tal ejfetto a prender licenza dal Papa , ed avuto udienTza chicfe il pcrmejfo di part ire . E benche il Papa cercajje di difjxa- de lo , e colla ft a premier a gli dejfe qualche fegno di vie in a promomone , c gli rifpofe che il f, ho dovere di jedel V ajfallo il chiamava altrove , ma ch’ era fienro dJla grama di S . S, in qnalunque luogo Ji ritrovajje ; tan to egli amb pin che ogni
altro
ahro vantaggzo il proprio decor o • Partztoji dan - cjHt Ji ritrovb a tempo a baciar la mano al So - vra.no , a cut fi prefento , e parlo con tanta pre - fcnza di fpirito , eke il Re rivolto a fuot di Cor - te ebbe a dire : quanto e ardito quefto buon vec - chio .
Fin da chc fi era trattenuto a Roma avc.t efpofio al Papa Benedetto XI D alcuni inconvemcn- ti , che merit at' an o dalla S . *5*. riforma , tret cf Ha¬ lt quello elet numero cccejjivo delle Fefle , che hi - fognava di effer riflretto . La qual cofa il Papa non folo udt volentieri , ma P ajjicuro d,i volcr porvi vimedio . Ond' cgli ns IP anno feguente rinno - vb le fuppliche con nna lunga lettcra su quefia riforma proponendogli varj modi : a cut rijpo ri¬ der) do il Papa gli fcrijj'e , ch’ egli fi appiglierebbe a uno di queili , c propriamente al fuo , come in fatti avvenne . Onde il DavanzMt fa quegli , che in parte promo fe nell' ammo del Papa si Riforma tanto utile alia povera gente , che non ha altro mez,no da vivere , che colle proprie fa.* tighe . Intanto la fua Di (fr/azaone fopra i Cam - piri s' era fvarfa per tutta l' It aha bench e mano- fentta , e co?ne fippe , ch' era giunta a notit' a del Papa , e che moflrava piacere dS aver I a , ft - perando la fua natural modeJUa , ' ne fece con fua lettcra prefen tare una copia dal fuo Ag$nfe al Pa¬ pa , zl quale col feguente Breve che gli fcrijje , wo fuo il juo b azign o gradmento\
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BENEDICT VS PE. XIV.
Verier ah ills Prater faint em , & ApofiolicaM
benedfiilonem *
j4.Pblamo ricevuta la fua Dlfertaz.ione fopra i Vamplri prejentatacl dal [ho Agente . V abblamo fubito letta con placers , e nel medefimo tempo ammirata si per la dottrlna , che per la vafta e~ rtidizjone , dl cm ella e f omit a . Ce ne rallegria- mo con ejjo lei , e le ne fiamo tenuto del dono dl s) bell opera , eh’ e degna , che vegga la pubbli- ca luce . Cl confervl la fua antic a buona am ici - zja , reftando con dare a lei , ed al gregge alia fua cur a commejfa /’ apojlolica benedizfione . Da~ turn Roma apud S, Mariam Majorem die \ I Januarll 1743 . Pontlficatus noftrl anno tertio .
Mcntrc el go dev a una [ana vecchiaja , e trart - quill a , fu afflitto dalla morte dl A gat a fua rella , cV egll amava teneramente come colei , chf era fornlta dl amabili coftumf e di ottlme virtu . Eoll non pote con tutta la fua flofofa ref fere a tal perdita , c quanto le fife cara , voile dlmo - ftrare colla feguente ifcrlzlone 3 che fece fcolpire fovra tl fepolcro di lei *
D.O.M.
XX I I f
D. O. M.
rirc CONDUNTUR CINERES PRASCLA- R1SS1M/E MULIERIS AGATHA DAVANZA- Tl CHRISTIANIS VIRTUTIBUS PR/EDITA! NOBILIQUE GENERE ORTA! UTPOTE A VETUSTA AC PER1LLUSTRI PATRICIO- RUM H ETRURIA! PROSAPIA.DE DAVAN- ZATIS PROGENITEE , QUyE DUM ADHUC PUELLA FLORENTIAM ORIGINARIAM E- JUS PATRIAM ADIRE PARAVERAT UT IN- SIGNI SANCTA! MARTAS CffiNOBIO EX- PENSIS SUAS DAVANZATORUM familias A FUNDAMENT1S ERECTO; MONASTICAM VITAM PROFITERI VELLET 1NOPINATE SIC DESUPER DEO PERMITTENTE NU- PTUI TRADITUR DOMINICO FORGES. AC TANDEM POST MULTUM VERO TEMPO- RIS PIIS OPERIBUS ONUSTA DOMESTICIS CURIS LABORIBUSQUE CONFECTA OB- DORMIVIT IN DOMINO ANNO ASTATIS OCTUAGESIMO TERTIO DIE DECIMASEX- TA FEBRUARII DOMINICA! INCARNATlO- NIS MILLESIMO SEPTINGENTESIMO QUA- TRAGESIMO QUINTO. DENIQUE NE TAN- TA! MATRONS PRA!CLARA V1RTUS O- JBLIVIONI DARETUR DILECTISSIMA! SORO- RI ARCHIEPISCOPUS TRANENSIS FRATER M/ERENS IN SIGNUM AMORIS HOC MO- NUMENTUM APPONERE CURAVIT AN¬ NO SAlUTIS MDCCXXXXV,
In tan to in
Roma Ji era fparfo
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xx rv
fondamento , che V Arcivefcovo dl Trani farebbe {into nella vrima promoz,ione eletto a Cardinale •> ed Egli ne aveva avuto lettcre , che ne lo ajficurava- vo> dal Cardinale Albania e da Alonfgnor Co- flanzo fitoi amici ; nra qucfta voce univerfale fa cjuella <, che gli tolfe il Cappello . II Car din ale Ac - citidviva , ch' era nemico del Davanaati , e gli al- tri pretenfiri congiurarono contra Ini . Effi preffo tl Papa prefer o il carattere di amici del Davan - scati , a cut il lodavano , e nolle lodi riferivano al Papa ci'o che di Ini Ji vociferava per Roma , con foggiungere > che il pubblico diceva che S. S, colP cleAone del Davanzjiti a Cardinale avrebbe onora - ta folo la faa tomba , trovandofi nell ottantefmo anno di fua eta : ncl mentrc , che ci'o fuccedcnd,o , avrebbe rovinati i fuoi Nigoti per le fpcfe , fcn^a fpcranz,a di rifarfene . Quejla ultima parte del di - fcorfo , ch ’ egli no pcfero e fpejfo a veduta del Pa -
oo fuo . Ma Alonfgnor i veniva a
vacare il Patriarcato d' Alcffandria > glielo fecero deter min are . Poiche effi fecero •vedere al Papa > che dev ' egli avefe voluto provvedcre il Patriarca¬ to d' Alexandria in perfona del Davanz.au , avreb- le dimofrato la fiima , che confervava di queflo fuo grande ami Co ; e ncl medefmo tempo ?ion avreb¬ be Yovinato i fuo i Eredi s ctb che farebbe flato pin caro all ' Arcivefcovo dl Trani , che il cappello . A l cjual part it o aj pigliandof il Papa , gli fece toflo fpedtre gratis le belle , dandogli avvifo della fua promoT^ione al Patriarcato col feguente Breve feritto di fuo proprio pugno . BE -
pa , fecero aualche twpreffionc nell’ anin la morte avvenuta in cjucflo tempo di Crifpi Arcivefcovo di Ferrara , per cu
XXV
«
BENEDICT VS TP. XIV.
Venerabtlis Fratcr faltttcm & jipojlollcAW be- nedibltonem .
P.Sfendo vac a to per la merle di Monfgnor Crl - fpi 5 Arcivefcovo di Ferrara , il Patriarcato d' Alexandria 3 Noi , memori della nofira arnica buo- na amicizja , lo defiiniamo a lei , e daremo git crdini opportune per la fpediz.ivne «, Gradifca cjuc- jio piccolo contrajfegno del nofir o ajfetto , e della nofira ftima . Auguriamo a lei , Patriarca del nuo - vo * Teftamento , quclla lunghez.za di vita , e at fanita , che godettero i Patriarchi del Vecchto : cd abbracciandola le diamo V Apoftolic a benedtzjo- we . Datum Roma a pud S. Mariam Majorem die i Augufii 1746. Pontificates nofiri anno fexto ,
Fu fenfibile a cjuefio fegno di ajfetto di Bene* detto XI D onde gli refe colie pin vive efprejjlo- 711 di gratit udine i fiuoi umili ringraziamenti . Dopo cjuefia nuova dignita gode della fiua robufla vecchiez.ua fempre intento alle fine cure pafioralt e letter arie y cjuando nel 1753 c fu ajfahto da nna febbre si ria , che il tenne 1 4 giorni a let to con non grave pericolo di fua vita : ma 0 per la robu(lez,z*a della fua compleffione , 0 per l' arte de’ Medici , ei fupero il male . Quefta fu la prima infermita 3 che foffri , da che naccjue . In quefia fua malattia , come ebbe fempre libera la rnente , egli non folo foffriva intrepido il male a ma difcor-
rcva
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revet con indifferentia della morte 3 e poneva , non lafleiando il natural fluo co flume , flcherz^evolmente In deriflo co 5 Medici la lor arte . Egli riprefe in breve 3 e piu vigoroflamente le flue florae 3 e dove avejfe poflo mente a piu geloflamente guardare la flu a vecchiaja , la quale , ben che robufia •* era pur grave , avrebbe potato vivere piu lungavita • Ma ne'> i $ di Febbrajo del 1755 avendo voluto fleen- dere nel fluo giardino 3 unico divertimento della flua eta cadente , per ojflervare fle le copiofle nevi y che alcuni giorni prima eran cadute , avejfero of- feflo i fluoi agrumi , e trattenutovifl alquanto , fa (orpreflo da un gran rigor e di freddo , a cui flo - vraggiungendo un ardente flebbre inflammatoria nel petto 1 ne alcun arte giovando , muniffli toflo de' Sagramenn > e flpir'o placidamente able ore quattro weno un quarto della notte nel 1 6 di Febbrajo del 1755 a di anni 89 mefi j e giorni 16 .
Egli era ben flatto di flua perflona ; di fiatu - ra bajfa , pienotto anzj che no . Il fluo colore era bianco tinto di un bel vermiglio , il cape l biondo , la flronte larga 3 e /' occhio vivo tuv chino . La vifla aveva acuta * the conferva fino alia flua morte . La flua flflonomia era dolce : il fuo umore era gajo : la flua converflazjione aggradevole , utile , e polita per V uflo del mondo . Egli avea de' flail graziofl * e dc'dctti pronti . La fua maniera di vivere era Jemplice •, ma applicata , era parco nel cibo , e que - flo di vivande Jemplici e naturali , il vino uflava temperatijfimo . Non prefle mai bevande calde , ne di te 3 ne di caffe 3 0 di cioccolatte , ne di li - quori fpiritofi 3 come nocevoli alia flalute . Dormi *■
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va quanto baftava a rinfrancar la mac chin a , ma ogni [era voleva andar a letto con idee allegre , e per cio o gli piaceva di a dir > o raccontava dt jatti lieti e faceti ; perche ei dicea , che le idee malinconiche e funefle o cl tol^ono il formo , o ccl turbano con fogn't lugubri e fpaventevoli . Da che ft levava di letto 3 apriva le vitrate per re - fpirare V aura watutina 3 e falubre 3 e ft vejhva di tutto punto i e cost ftava fino alle due della nette , perche dictva 3 che le perftone pubbliche de vono farfi trovar ftempre propriamente compojle • Egli era d3 ingegno vivace 3 d! animo forte , e co - Jlante nelle amicizje . ~Avea gran memoria , ed una cloquenza naturale , e al vivo eftprimente . Jive a molt a cognizione de 5 Filoftofi cos / antichi , che moderni 3 cd era verfato grandemente nella Storia Sacra y e Profan a , e nella Eeologia 3 e ney Canoni v nelle quali feienze .egli giovane nella Sapienza di Roma 3 prefe la Laurea > la quale , benche fapefte che altrui dottrina non accrefca > c pero buon teftimonio dell3 acquift at o fapere per co - loro , che in altra guija non fanno dijeernere il merito degli uomini dotti . Era ajftduo nella let - tura de libri , che non lafei'o , fe non con la mor~ te . Sapea , oltre alle lingue erudite degli antichi , molte delle lingue viventi 3 e quefte avea apprefo Tie' fit oi viaggi , cio che giuftiftcherebbe abbaftanza la inclinazione naturale onde era port at o a quel - It t Ma in quefti fuoi viaggi egli non ft diede ad appagare un' inutile curiofitd 3 ma voile offer v are tutto cio 3 che fa fpcttacolo per un uortw di lette * re y aoe Librerie 3 anti chit a 3 curiofitd nattfrali ,
.4 A C *
slccademie , opere di Artl , VJi , leggi , reltgio- ni , co flu mi di different i nazjoni . JE<7 ;‘/7 quefla fcuola , 7/ 0^77; /z/mz , apprefe non folo
l ' nemo , jfcr* acquiflo di una infinite di co- gnizdoni , che lo fece diflinguere nel fuo tempo . Per queflo mez^z^o ebbe occajione di conofcere , e di converfare con i pin grandi uomini. In Italia conobbe il vecchio Redi , il Mur atari , il Majfei , in Ginevra conobbe il fignor Clcrche , in Parigi dl Turneforte , in Roterdam il vecchio Baile , in Vienna il fignor Leibnizdo , e molti altri , che htngo farebbe il memorare .
Per cjuel che riguarda la carica di Paflore , procuro di adempirne i doveri per cjuanto gli fit poffibile . Egli cerco colla fpiega della Scrittura , che faceva ogni Domenica , di cflirpare ogni atto di grojfolana fuperfliz.ione : veleno, diceva egli , di- ftruttore di ogni Religione , c della virtu de' po- poli , Tutti i Juoi Sermoni paflorali fi raggir ava¬ il o fulle virtu , e su i doveri del Criffiano 3 c del Cittadino . Ma in quefli inculcava col z^elo il pin nr dent e a 9 Padri la economia delle famtglie , e la educazdone de’ figli : perche credeva , e 7 crcdeva a ragione , che una buona e due and one , che e la feconda natura delP uomo , c la Jola , che pu'o fa¬ re la prefen te , e la futura felicita dcoli uomini, Egli era vigilante co ’ IJredica'ori s) perche non confondcffero per un trafporto di ret tori che efaggera - zdoni il culto , chef dee a Dio conqucllo de’ San - tl , e le quahta dell' uno non deffero a^li altri : come perche non animaffero la gente a certe inti- till devozdoncine 3 che olive chc fervono a far de-
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gli ozjofi y Jncrvono le virtu crijhane . Odiava gli accufatori , o quelli , che fingendo un z,e+ lo eft er lore , non avevano un fondo di vera one- Jla . Cercava fcmpre at fmornar gli odj partico - Liri y e di por pace i ove era nimicizja . Non pu¬ nt mat con pens cor por all i difetti , e travia - menti di fpirito de3 fuoi Preti , mu gli avvertiva frater name ate , e con car hit . Gli A poftoli t dice - %'a egli j per/uadevano colie parole , non co'fattt.. E quel Eeftovi , che punijcono colle pene tempo- rati i difetti deilo fpirto , o non fanno o non Jan- no fare il loro dovere , o najce da malt Tit a di c no¬ ne per perdergli per che crcdeva quel loro ftato un perenne miraco- lo della ProvvidenTLO, . Era caxitatevole co' poverty poiche non folo divided loro ogni giorno del/e lar- ghe clemoftne , ma fomminiftrava a fue Jpefe. i me- dica.tr, enti a color o. y ch’ trano infer mi * Ma nelle careftie , e ne tempi di neve , in cui la gente d: campagna non aveva , onde vivere , o non potea lav or are , profondeva delle larghe limojtne , Anz^i nel Ft bbrajo del 17 f 5 per venti giorni , chs da* rarcno le nevi in Puolia , afeon'o a ciafcun con - tadino un car lino al giorno } e non baflandogli il denar 0 , venae gli ar genii per fojlentargli . //
fat to ancora ale uni anni prim a a pro di a l - pefc atari di Trani , m?## tenuti fchiavi
in Barbaria , per liber aril . umano 3 cortefe ,
f facile acceffo , oW* o*/i cr*? w/j
aperta per cgnuno , * c/0 „ perche ei diced ,
/ P’cfcovi y che fono padri de popoli , deveno ejfcre accejjibilt 3 e Jcmpre pronti per udire i bifo -
. Colle Monache era indulgente ;
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gni de' loro figli , Non fa fuperbo , ma non avvi- 1} per qualunque riguardo la fua Dignita . Egli rifece U Palazzo Arcivefcovile , e la Chiefa Ma- dre : deco/o i Canonici del fao Capitolo di roc - chetto , e ve/ie pavonaz.z.a ad ufo prelatiz^io coti calz^ette e fiocco al cappello violacio . Per tutte cjuejle fue ottime cjualita la Nobiltd di Trani in fegno dell ' amore , e della flima , che avea per Ini, voile farlo del fao corpo , aggregandolo nel 1750, nel Sedile di S . Marco . Cost dopo aver governa- ta la Sede di Trani per lo fpaz,io di 38 arinl pin da Padre , che da Paflore , compianto da tut-, ti gli or din i de ' cittadini , e fpecialmente da' Po- veri , a cui far a e tern a la Jua memoria ; mori Giofeppe Davannati , ultimo rampollo del ramo dell' llluftre Famiglia d^ Davanz,ati nel no fro Regno . Egli fu feppellito con tutti gli onori con - vcnienti alia fua dignita , e i fuoi Nipoti della Famiglia Forges, che ereditarono co' juoi beni il fao Cognome 3 gli erejfero nella Chiefa Midre un bel- liffimo e magnifico fepolcro di ma^mo colla fua ejfi- gic ft otto di cui fi legge la feguente lfcrizjone
D. O. M.
D. O. M.
JOSEPHO DAVANZATI
PATRICIO FLORENTINO , AC TRANENSI EQUITI
H1EROSOL1M1TANO
MAIORUM SUORUM DOMI MIL1TIAQUE OPTIME DE FLORENT. REP. MERITOR UM GLORIA CLARISS1MO
QUI AD EFF1GIEM P1ETATIS ET SAPIENTIA TERRIS DATUS
CLEMEN TIS XI. PONT. MAX. AD CAROLUM VI. ROM. 1MPERATOREM LEGATIONE EGREG1E FUNCTUS FT DIFF1C1LL1M1S SACERDOTII 1MPERIIQUE
DISSID1IS
MAXIMA UTRIUSQUE GRATIA CONCILIATE A PONTIFICE ABBAS SC. MARINE VICTORIA AB IMPERATORE TRANEN. ARCH1EPISCOPUS A be:nedicto XIV. IPSIUS AMICISSIMO ALEXANDRINUS PATRIARCHA RENUNTIATUS QUANTUM AD ARDUA CONF1C1ENDA DEXTER IT ATE VALERET
REBUS PFACLARE GESTIS AB AT ATE PRIMA APUD OMNES PROBAV1T .
AVUNCULO BENF.ME RENT 1SS IMO PIETATE SUMMA QUUM VIVERET A SE CULTO MOX CUM PACE ABF.UNTI ALEXANDER ET LAURENT I US FORGES DAVANZATI PATRICK TRANFNSES MONUMENTUM POSUERE .
VIXIT ANNOS LXXXIX M. V. DIES XVI. REXIT TRANEN. ECCLES. ANNOS < XXX VII I. OMNIUM LACR1MIS SUBLATUS XIV. KAL. MART. ANNO CIDOCCLV.
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LETTERA
S O P R A
LA RIFQRMA DELLE FESTE
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k PP. BENEDETTO XIV
O I
GIOSEPPE DA VANZATI
ARCIVESCOVO DX TRANI.
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SANTISSIMO PADRE.
NEir anno fcorfo , in cui ebbi 1* onore di /proflratmi di perfona a piedi dcila S.V., ebbi parimente la forte di poter conferire a' viva voce varj inconvenienti , che, nel decor- fo della mia Paftorale incumbenza di 25 an- m in quefla mia Diocell , aveva ocularmen* te offervato : fra’ quali V efpofi quello dell’ abu- fo , cbe fi faceva , quafi da tutto il bafTo Ceto, dell’ ofTervanza delle fante Ft fie di Precetto : Nelle quali in vece di fantificarle , fecondo la pia inftituzione di s. 3Madre Chiefa , coll’ope- re di piet& 9 e co)T intervento ai divini Ufiicj e Sacrificj, in altro non fi occupava , che in darfi bcl tempo nelle bettole,in crapulare,ed in ubriacarfl , colla feguela di varj di ford ini ^ di fconcie parole , beftemmie J e di riffe . E che quantunque nelle mie prediche paflorali f avef- h fpeffe volte ammonito d’aflenerfi da confi-
A 2 mill
mill fcanJali , non aveva mai ricavato frutfo veruno , Che percib ne fapplicai la fomma benignita della S. V. a recame, mediante il fuo appoftolicQ zelo , un falutare rimedio .
Mi fovviene parimenti d’ edermi innoltrata ipon tutto ildovuto rifpetto a fuggerire alia S. V* qualche oneda riforma circ$ il gran numero jdelle medefime Fefte di precetto, a fine di ovviare all’ozio, che derivava dall’ inodervan- za di ede, comeanche per darfi pih luogo al lavoro di tanta povera gente , che vivea unica- mente dair indudria delle proprie fatiche .
Mi parve dt fcorgere da firni le mia rap- prefentanza , che la S. V„ non folo non avef- le prefo in mala parte i detti miei rifpettofi fentimenti j ma che in qualche maniera an** eora , come ragionevoli , gli approvade . Q.uind» ritornato in queda mia Refidenza , e fcorgen* do p u che mai continuarfi il difprdine circa l’abufo delle pede, mi & paruto bene di rinno- vare le medefime preghiere con quedo mio rive- renridimo foglio , con fupplicare la S. V. coi piii vivo dedo fpirito , che ficcome s’ & de- gnata colla fui alta provvidenza dar riparo all* inconveniente circa la materia del digiuno ir* ordine a coloro , che vengono difpenfati di poter mangiar la carne * cosi parimenti poffa recare qualche riforma circa il punto delle Fe¬ fte di Precetto , con ridurle a qualche npme- ro difcreto. Su di che quantunque io fia per- fuafidjmo con tutto il mondo Catrolico della Vadidima comprenfiva della gran mente della
S. V.
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S. V. , tuttavia attefa la fua fomrtia umaniti , che non sa difpregiare gli altrui pareri , m’av- vanzo a proporne con ogni dovuta fommiflio- ne alcuni de’mici.
Uno dc quali non h mio precifamente j ma £ del dottiflimo fu Monfignor Caramuelle Ve- fcovo di Satriano , e Campagna nel Regno di Napoli , e celebre Dottore Luvanienfe , il qua¬ le su quefta individuale materia propofe alia F. M. di Urbano VIII, fe non fallo , che per ovviarfi agf inconvenienti , (he rifultava- no nel Criftianefimo dalfecceffivo, ed infop- portabil numero delle Fefte di precetto , fti- mava efpediente di riformarfene il catalogo , con arnmetterfi folamente di precetto tutte le Domeniche deli’ anno , come anche le princi¬ pal! del Signore, come a dire Circoncifione * Epifania 3 Purificazione , le foie Domeniche di Pafqua di Refurrezione , e Pentecofte , 1* Afcen- fione , il Corpus Domini 9 e il folo giorno della Nativita del Signore , una Tola feftivitk della Beatilfima Vergine* il giorno di s. Gio: Bat- tifta , con quello degli Apoftoli $. Pietro, e s. Paolo , e non altro. E le rimanenti fefte de3 ss. -Apoftoli , ed altri Santi , che fi facefferof cadere nelle foie Domeniche dell’ anno, affe- rendo , che colla reftrizione di tante Fefte , non folo , fi renderebbe piii age vole la ri- duzione degli Eretici al grembo Cattolico , che per la gran moltiplicit^ di quefte pare ,■ che abbiano un motivo di pin ritirarfi in die- tro : ma ancora Ja fantificazione delle mede-
A 3 fi-
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fimc fi farebbe da’Fedeli piu propria, attefb che il gran numero gli rcnde meno devoti , e pib tepidi alia vera oficrvanza . Ed in tal ma- niera , conchiudeva il detfo Vefcovo , fi ftabi- lirebbe il vero culto delle Fefie con maggior ofiervanza , perche in meno numero , e fi ri- medierebbe al grande inconveniente di lafcia- re in ozio 5 e neghittofa tanta povera gente , che vive unicamente dal guadagno delle pro* prie fatiche <s
Il fecondo cfpediente farebbe, S. Padre, che lafciandofi correre tutte le Fefie nell’ ifiefia ma- niera , e ne’ giorni , ne’quali prefentemente fi trovano , dichiarandofi folamente dal la S. V. , che le foie Domeniche di tutto fanno, infieme con quelle Fefle del Signore , a riferba per6 d’ un fol giorno di precetto nelle due Pafqua , e Nativity, con due lole della Beatifiiina Ver- gine, Nativity, ed AfTunzione , S. Gio: Bat- tifla , e ss. Apofioli Pietro, e Paolo, che fieno di rigorofo precetto, in cui non fia le- cito in conto veruno a chiunque fi fia di la- vorare con arti fervili , fotto pena di pecca- to mortale. Circa le rimanenti pero afcoltata da tutti la s. Mefia fotto 1’ lfiefio precetto di peccato mortale , poffa e fie re a tutti permeflb & applicarfi liberamente ail’ efercizio del pro- prio meftiere .
Perche finalmente-Ia S. V. , ch* £ tantover- fata nella cognizione delle antiche leggi Ca- noniche della Chiefa , non avrk molta repu^ gnanza di venire alia dehberazione di una tal
ri-
rlforma , la quale non confifte in altro , fe non che in lolamente permettere 1’ ufo cel tra* vaglio in giorni feftivi del fecondo ordine , fenza con cid, che fi venga a derogare , ed in nulla a pregiudicare alTefienziale del le medtfi- me , il quale anricamente confifteva ( e fia detto folo fotto 1’ emenda della S. V< ) unica- mente ntlla fola fanrificazione , cio& nelf in- tervento de’ Fedeli alia cekbrazione , e par- tecipazione de’ divini Mifterj , colla Cornrne- morazione di quei Santi Martiri , che in quel- la giornata accadevano; fenza che fi fappia, che gli antichi Criftiani tenuri folfero di afte- nerfi pfer lo reftante di quel giorno fePivo d’ applicarfi ad effercizj lervili < Anzi da cio, che fi raccoglie dalle antiche Storie della Chie- fa fino a tempo del gran Coftantino , non (i trova memoria veruna della proibizione degli eflercizj fervili in giorni di Fefle i credendoli per altio ( fecondo alcuni gravi Aurori ) ave- re tal confuetudine prefa la fua origine dali’ ifteffo Coftantino , il quale moffo dal luo grande zelo verfo il cubo Divino avtfife cOn pubblico Edirto ordinato alle fue Mibzie, che nc’ gior¬ ni feflivi i depofla ogni altra occupaziore mi- litare inferveniflero tutti alia celebrazione de* divini Mifteri nelle Chiefe Criftiane. Dal che parmi i le nonerro, che 1* aftinenza dalle ope- razioni lervili in giorni di fefta era antica- menre cofa mera acctlforia^ e non effenziale alia fantificazione del le medefntje , ma che la fola affiftenza ai Saeri Miflerj fia il vero di-
A 4 ftin-
*
ftintivo delle FefHvit^ CrifHane, diftingtien- dofi da quelle del Riro Ebraico , e Pagano , Nelle prime de’ quail fi offervava efartamente il ripolo in memoria del ripofo Sabbatico , c relie feconde pnncipalmente i giuochi , gii fpetracr-li , ed i paffa tempi .
Or dunque, P. S. i una vo I ta , che nella ri- forma, the forfe Jddio g)i fpirartbbe di fare, lafciarcbbe la S. V. fermo , e fia bile il foftan- ziale di effe , cio& f affifknza del popolo ai divini Sacrificj , e ci6 colfefpreffo precetto a tutti inginnto , coma prima ^ d’ afcoltare indet- ti giorni ftflivi riformando la Si Meffa eon qualche altra opera pia , che potrebbe a fuo arbitrio imporre.Ecco in quefta maniera mef- fo in falvo il ioflanziale della Fefta, fartia te- 8a ogni altra cofa concernente a quefta ma¬ teria .
E per dirlo ingenuamente , e conforme in eoscienza la fento , S. P., che altra cofa di piu fe ne cava prefentemente , almenodal Popolo baffo circa quefta fantificazione delle Fefte ? Non altro al certo , che una fola Meffa , e poi immediatamente s’ intanano in una betto- la , ed ofteria a mangiare, bereed ubriacarfi, e quelch’& peggio, che fpeffe volte trafporta- ti dal vino ft mettono indi appreffo a giuoca- re , beftemmiare , e far mille infolerrze , e rif- fe , talvolta funefte con ferire, e con fanguc.
Non farebbe egli dunque, P. S., affai me- glio, o minor male almeno, che gli Artigia- ni, e la gente di Campagna , afcoltato che aveL
fero
fero !a s. Meffa , c recitata una pomone del santo Rofario in quei giorni di Fefte , rifor* mando * che ogni uno poi attendefle al fuo me- ftiere ?
II che non folo a mio credere ridondereb- be a maggior fervigio di Dio , bene del pub- blico , e follievo delle povere famiglie, ma ii toglierebbe ancora di mezzo una parte degli fcandali , difordini,ed inconvenienti poco pri- ma efpreffati * Maggiormente , che trattandofi d1 una Ieggc pofitiva Ecclefiaftica ^ quaf h que- fta d'aflenerfi dal travagliare ne’ giorni feftivi* ogni qualvolta concorrono mottivi potenti per derogarla , farebbe maggior fervigio di Dio d’abolirla, che di lafciarla correre in pregiu- dizio del Pubblico,
Per quefto unico mottivo molte confuetudi*3 ni antiche delf ecclefiaftica dilciplina , che anticamente con ogni vigore fi ofifervavano , o trovanfi ora abolitc , come farebbe a dire fra l’altre* fufo delle Vigilie notturne , che fi facevano nelle Fefte de’ SS. Martiri , 1* Aga¬ pe che fi preparavano in Chiefe, gli Ofculi di Pace , che promifeuamente fi davano fra di loro i Fedeli , la comunit^ de* beni col vivere in comune, l’ufo delle penitenze Ca« noniche cosi rigorofarrtente praticate per fei fecoli nella primitiva Chiefa ,e la diftribuzio- ne del Galice a’Secolari, e piccioli bambini * erano cofe , che fi ofiervavano nella primitiva Chiefa, quando fi ftimarono utili , e profigue i quando poi furono eonefeiure infopportabili 5 e
no-
IO # nocive , furono con molta prudenza abrogate i
t fopprefle.
Che meraviglia (la dunque , P. S. , che l’ufo, o fia precetto d’ aftenerfi da lavori fervili in giorni di Fefte fia flato fedelmente offervato in altri tempi ! Forfe perche oil numero del- le Fefle in que’ tempi foffe minore, o che la divozione de'Fedeii fofle piu vigorofa ; e che poi a tempi roftri , in cui il rumero di efle fi h relo eccedente , il zelo diminuito , e la poverty crefciuta, richiegga prefcntemente ef- fer dal fuprtmo Capo, e Paftore riformato ?
Forfe perche ancora in quefti ultimi noftri tempi non fi fiano praticate confimiii rifor- me , e fpecialmente inquefta ifteflfa materia di Fefte di precetto , offervandofi nell’ Auftria , e particolarmente nelf Imperial Cittk di Vien¬ na , fcancellate dal catalogo del le Fefte di precetto i giorni degf Innocenti , di S. Silveftro , e fe non fallo , anche di S. Anna fenza da me frattanto laperfi qualche altra particolar rifor- ma poffa venir praticata nel rimanente della Criflianit^ *
So bene pero , ch* eflendo la proibizione della fatica in giorni feftivi dell’ iflefla condi- zione di quella del divieto di poterfi mangiar carne in giorni dalla Chiefa proibiti , e fcor- gendofi tal divieto per una Bella della Cro- ciata a favore di tutti i vafli Regni di Spa- gna difpeniaro, a condizione d’ una certa te- rue limofina d’ applicarfi in ufo pio contra i Mori d’ Africa , con piu forti ragioni par che
It
la S. V. fia quad in un ccrto modo tenuta ( e condoni pure 1' efprefiione della parola ) a d i - ^ fpenlare su la materia delle Fefte , trartandod non del vantaggio , quad per jo piu incerto contro de’ Mori , ma del ben pubblico , certify dmo diturt’ i Popoli della Criftiamt^ , che col- Je pubbliche preghiere ,.e mani ingiunte fuppii- cano uniramente la Paterna Pieta della S. V. a conceder loro fimil grazia , La fupplica quefto Regno fopra d’ ogni altro bifognolo di tal In- dulro , in cui non eflendovi n£ traffico , ne commercio* vive unicamente da IT induftria d*l terreno * il quale fe non viene a tempo debito colfivato , non reca frutro . La prega- no genufleffi a terra i tanti miferabili Arti- giani , Ruftici , e Padri di famiglie, che fi loftentano dei fudori , e Henri delle povere braccia , i quali in tempo d’ Inverno quando frequenti fono le pioggie , e fpecialmcnte nel mele di Dicembre , ch’ b il centro del coiti- vo delle Campagne, ch'& compoflo quad del¬ la met& di Fefte di precetto, d riducano a fegno di morird della fame : n b cib £ una ret- torica efagerazione 9 ma pura verir& avverata da me coll8 efperienza , attefoch£ per T tftre- ma neceffi t5 , a che d vedono ridotti i non s’arroflifcono di chiedere pubblicamente f ele- modna , e fpefte volte venir in turme alia mia abitazione Vefcovile a chiedermi pane,e foccorfo , cola , Padre Sanro the mi ave ca- vato alcune volte le lagrime dagli occhi per la compaftione, efclamando quefti , che per
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cagione de’ cattivi tempi , e delle tante Fefte deli’ anno , non fi potevano colie loro fariche procacciare il pane, ed il mio Canonico Ele- mofiniere tni ave piu d’una volta affermato di averavuto ribrezzo , e vergogna di fparge- re la limofina a perfone onoratifiime , che per riceverla avidamente la mano ftendevano •
Deh , P. S. , la Santita Voftra , ch’ £ piena d£ vifcere di Carita , e Padre comune , e che in follievo de’ poveri non ft b arreftata tal vol¬ ta , qual’altro S. Tommafo da Villanova , di togberfi la Croce gemmata dal petto , e ven- derla per fovvenirli , di aver pieta di loro , e delle loro miferie , con dar loro folamente i l tempo, e nonalrro da poter travagliare , e pro* cacciarfi colie proprie fatiche il pane , poten- do per altro coftoro , attefa la loro neceflftta fenza fcrupulo veruno farlo da loro fteftTi , e noi alrri Vefcovi in talcafo coif auforit^ Or- dinaria farlo da noi medcfimi . Ma a fine di toglierfi ogni fcrupulo, ftabilirfi una regola certa , e per ogni tempo valitura , farebbe ne- cefTario * ed a propofito , che la S. V. lo fa- cdfe da fe col la fua fuprema Potefl& , come Capo fupremo della Criftianit& , accertandola, B. P., che di tal opera grande , e fanta , an- zi fantiffima , e degna veramente del fuo grant Pontificaro , non folo che ne riceverebbe il dovuto plaufo del Mondo Gattolico, ma piu ancora dal Ceto Ererodoffo, mille , e mills benedizioni da tutti i poveri , con augurarle da Dio una lunga ferie d’anni con prolpera
fa-
*3
faiufe j ma quelche pit* d’ ogni altra cofa me. rito grande apprdTo i’ Altiffimo, alia di cpi gloria ridonderebbe tutto ii bene, che da sk ianta riforma rifulrerebbe t nel mentre che fupplicandola della lua fantiffima Benedizione, iimilmente mi proftro al bacio dt* fuoi Santif* fan; JPiedi # £>i Tran; li *4 di Febbrajo 1742.
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BE.
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BENEDICTUS PAPA XIV.
VENERABILIS FRATER
Salutem & Apojiolicam Benedittionem .
ACcufiamo la fua Lettera circa la materia del le FeRe , ed ammiriamo il fur> zelo , la lua dottrina , e la fua vaRa erudizione . 11 penfiere piu adequato ci fcmbra quello di ri- durre in alcune FeRe di Precetto la Santifiea- zione al folo lentir la Meffa , permettendo di- poi le opere fervili . Nella Provincia di Tar- racona cost fi fa per un breve di Papa Bene¬ detto Xllf, a cui i Padri del F ultimo Conci- lio Tarraconefe ebbero ricorfo . Noi abbia- mo eRela quefta difpofizione agli altri Vefco- vi della Spagna fuori della Provincia di Tar- racona , che ce ne hanno fatta iRanza . Da Napoli Sua MaeRa ci ha fatta premura per la diminuzione del le FeRe nel Regno; e Noi abbiamo lcritto al Cardinal Spinel li , commit* nicandogli il detto noRro penfiere , e ne Ria- mo afpettando la rifpoRa . Ci conlervi la fua antica buona amicizia ,reRando col darle 1' A- poRolica Benedizione . Datum Romas apud San- clam Mariam Majorem die g Mardi 1742, . Pontifkatus noRri anno fecundo.
CAPO I.
S toria dt Vampiri e J'uoi effctti •
Itrovandomi anni fono in Roma in qualche confidenza preffo il fi- gnor Cardinale Schrattembac, Ve- fcovo di Olmitz , di felice memo, ria , quefti una fera mi fece con molta riferva faperc di avere in quel fa po« fta ricevuto una diftinta relazione da! fiio Gonciftoro di Olmitz , nella quale que’ fi- gnori Offiziali gli davano notizia , come il morbo o la ftrage de’ Vampiri era molrodilata* ta nella Provincia della Mor.,via fua Diocefi; e che quantunque aveffero adoperato i foliti efpe- dienti per frenare il malore* tuttavia con molto loro difpiacimento vieppiu fi dilatava con morte ed efbrminio diquella povera gen- te . Che percio ne facevano intefa 1* Eminenza fua', aflfinchk , ritrovandofi in Roma , poteife con parere e confulta di uojmini faggi , e fpe- cialmente coll’ oracolo di fua Santni , e de" fignori Cardinaii, luoi Confultori, rinvenire qua!- che riparo per dar fine a tanti mali , per fi quali tutta la fuddetta Provincia coll’ adiacen- ti della Slefia , ed Ungheria fuperiore ftavano fconvolte e (offopra con pericolo di sbandarfi , e fuggire una buona parte de’ fuoi abitafori , per fottrarfi dalla vift a di fpettacoli cosi fpa-
A ven-
z Dissert a ztone
ventofl c funefti con pericolo imminence del* le lor vite •
Non comprendendo io ancora , che cofe fi foffero quefti Vampiri, e molto meno in qua! maniera cagionaffero fimili effetti , il fuddetto Cardinale tutto in fe fteffo furbato, mefto, e fpaventato mi diffe: che i fuddetti Vampiri altro non erano, che alcuni uomini morti da alcuni giorni prima , i quali gia fepolti e fot* terrati comparivanodi nuovo nel la fteffa forma, c negli ftefli abiti , e portamenti di quando erano vivi , e fi facevano vedere da’ loro parenti , ed amici di giorno , e di notte , portandofi franca* mente nelle ior cafe, converfando, parlando, t mangiando con effo loro: etalvolfa metten- dofi a lerto , invitavano quelli a ripofarfi pa* rimenti con effo loro .
Quefta Joro comparfa o apparizione , mi foggiugneva il fuddetto Cardinale , non era per una tola volta , ma replicata piu fiate di feguito , fino a tanto che i fuddetti Vampiri fucchiandofi tutto il fangue, attefo ch1 erano molti ingordi ed avidi di fangue umano (i)$ riducevano i pertferi pazi enti in pochi giorni efangui, fquaiidi , ed emaciati fin a tanto che brevemente fenza foccorlo di veruno oportuno rimedio fe ne morivano miferamente . Coloro , che in tal guifa morivano , divenivano fimil- mente eglino ancora Vampiri, ed apparendo
agli
(l) Ond* che fon detti Vampiri e Oupiri , perch? altro non fignifica in lingua Schiavona , che fa n guiluca .
SoPRA I V A M P I R T . 5
agli altri , come i primi cagionavano colla ioro comparfa finalmente a quelli lamaorteydi modo tale , che quefta disgrazra diffondendofi a guifa di un motbo peftifero fra la genre , erano ormai ripieni i fcpolcri , i cimiterj di Vampiri , e quad defolate le fuddette Provin- cie di abitatori , parte efiinti , e parte altrove fuggendo per lottrarfi daifinfluenza di si orri- bih e fpaventofi fenomeni .
L’ unico rimedio , mi foggiugneva il fud- detto fignor Cardinale , per farfi argine a un si perniciofo torrente , che fi b potato rinve- nire , fi b queilo di farfi ricorfo a' Tribunal! fe- colari con efporfi loro il fatto , col nome del Vampiro . I minifiri di quefti prendendone e- fatta informazione , e formandone un giuridi-. co proceffo ne vengono ad una fentenza finale contro al fuddetto Vampiro, mediante la quale viene folennemente e con tutte le formole le- gali decretato : che il pubblico Garnefice por- tandofi al luogo, ove fi trova ii Vampiro ?apra il fepolcro , e con una fciabla o larga ipada a vifta di tutto il popolo fpettatore recida al Vampiro il capo, e dopo con una lancia gli apra il petto , e trapaflx col ferro da parte a parte il cuore del Vampiro firappandoglielo dal feno, e poi ritorni di nuovo a chiudere Tavello.In tal maniera, mi difle il Porpora- to, ceflava affatto di piii comparire il Vam¬ piro , quantunque mold altri di quefii , che non erano ftari ancora giufiiziati , efecuto-
riati non ceffavano di comparire, c di produr-
A z re
4 Dissert aztoke
re i ealamitofi effetti come i primi .
Ma quel ,ch’ era da notarfi,edi maraviglia infieme , fecondo il medefimo Autore, fi era5 che molti de'detti Vampin giuftiziati , fi tro- vano ben coloriti , rubicondi # con occhi aper- ti , e turgidi di vivo fangue , come fe foffero attualmente vivi , e di profpera falute ; a fe- gno tale , che alcuni di quefti al colpo della lanciata, che loro veniva inflitta, mandavano uno . fpaventofo grido, e fcaturivano dal petto un copiofo rufcello di fangue , ii quale per la copia arrivava ad innaffiare non folo il cata-» lette , ma fpargendofi al di fuori giungeva a bagnare il proffimo terreno. Cofa non men orrida, e fpaventofa a vederfi, che orribile a deferiverfi ed a concepirfi,
Terminato cosx il fuo ragionamento il fuddetto fignor Gardinale , mi richiefe con molta premura del mio parere non folo cir¬ ca il modo , ch’ egli doveffe tenere per par- larne al Papa ed a’ fignori Cardinali del fan- to Officio, come anche del mio fentimento circa 1’ apparizione diconfimili fpettri , lo pe- r6 a dir vero con ingenuity mi portai con qualche poca prudenza nella rifpofia . Poi- ch& non fapendomi contenere da un certo for- rifo , che improvifamente mi venne , rifpofi modeftamente : che fe confimili racconti mi venilfero fatti da ogni altra perfona che dair E. S. , mi avrebbero fenza dubbio prefentata molta occalione di ridere , e attribuire fimili narrazioni afriyoli e puerili contarelli di vec-
chia-
Sopra r Vampii it * ' $
chiarelle per trattenimento di fanciut letti vi. cino al focolajo in tempo d* inverno . Ma, perchk la gravity del Petfonaggio, come 1* E. S, , e la relazione trafmeffale da tanti faggi c dotti Miniftri , quali erano tutti coloro , che componevano il Sinedrio del fuonobile Con- ciftoro, dava molto rifalto e verifimilitudine alia cofa , mi bifcgnava parlare in altra ma- niera . Ma prima di darle pofitiva rifpofta , m’ era d’ uopo di- ben confiderare il fatto , e filofofarci un poco maturamente su tutte Je circoflanze , che l’accompagnavano • le quali per effere ftrane , e portentofe mi bifo- gnava del tempo per digerirle . Ma che fra tanto fottoponendo prima il mio giudizio al favio intendimento dell’E. S. , era di. parere che ella non correfle cosi in fretta in una ma¬ teria di quefta forta , e che a qualche altra tempo piu opportuno differifle di parlarne al Papa ed a’ Signori Cardinali del s. Officio per non efporfi in tal guifa alia taccia d* un uomo troppo credulo e poco rifleffivo . Perchk, le di¬ ce va , fpelfe volte fuole accadere , che alcune cofe , che a prima vifta apparifcono flrepitofe, e quafi miracolofe , ediaboliche, ben poi ma¬ turamente confiderate, fi rifolvono in nulla, e al piu a mere illufioni ^ e timori panici ? con- forme in pronto gliene potrei addurre una in- finite di efempj di quefta forte .
Ma il fignor Cardinale prevenuto forfe dal¬ le relazioni ,fecondo lui bene accertate del luo Conciftoro , e forfe ancoimbevuto pur troppo
A 3 de’
6 Dissert A7tow£
de’popolari clamori di quel luo popolo di Mo* ravia in tempo ch’ egli pffonalmente colk rifedeva , freddamente mi rifpofe: non giun- gergli ruovi que il i miei lentimenti , eflendo proprio de’Filofofi, fecondo egli diceva , e ipeciaimente di quei , che pizzicavano un poco di Scetticifmo , di preftar poca fede a quelle co* fe, ch’ eccedono un poco 1’ ordine naturale del Ie cofe * dubirando di tutto , nulla affer- mando , ma iempre negando. Irr-- quanto a ]ui come teftimonio di veduta , e come que- gli , che s’ era trovato pi u volte fulla faccia del luogo, effer ben perfuafo del fatto , cio& delle vere e reali apparizioni di quegli uomi- ni morti , e come tali crederle per cofa cer- ta ed indubitata , fe pur negar non fi volelfe aflat to a’ proprj fenfi la fua certezza . Io pero fenza piu oltre rifpondergli , con fargli un pro- fondo inchino, mi licenziai , n£ d’ allora in poi il fignor Cardinaie piu mi parlb di fimii ma¬ teria , n& feppi , che cofa egli fi faceffe , r\b piii ebbi la curiofit^ di domandargliene . Quel , che debbo dire i fi $ , che *i fignor Cardinaie non s’ ingannb , quando dilfe fotto nome di Scetti- cifmo , che io pun to e quafi niente credeva a fimili apparizioni d’ uomini morti , fecondo la fua narrativa , e nella maniera , ch’ eglipre- tendeva , che le credefli, cioe come cole fo- pranaturali o divine, o diaboliche .
Effendo finalmente paffato gran tempo da quell’ ultimo colloquio fenza da me piu len- tirfi parlare nb di Vampiti, n&di apparizioni
di
SOPRA T VAMPlRf* ? di morti , o di ftragi di vivi ; ultimamente fo- no due anni in circa, che coll’ occafione di alcune gazzette ftampate in Vienna , mi capi- Tarono alcuni avvifi , co* quali fi faceva efprefla menzione de’ Vampiri , delleloro replicate ap- parizioni , e della ftrage di molte perfone,al- ie quali apparivano . Ma perch& quefte ga Z* zette furono pill volte replicate * in due di cife fpecialmente fi dava diftinta notizia de* nomi e cognomi non folo de* Vampiri } ma ancora di quelli , che per loro cagione erano morti. Perloch& in efle gazzette fi narrava, che dal fupremo Magiftrato di Vienna per ordine di Cefare, fi erano col& deputati alcuni Offi- ciali militari , Cancellieri e Notaj con efpref- fa incumbenza di portarfi perfonalmente ful luogo , dove i detti Vampiri erano foliti di comparire, cioe a dire in Moravia , in Islefia, ed in Ungheria fuperiore * ed ivi giunti,for- mar un rigorofo proceflfo della idendit^ , e validity del fatto , e colla trafmiflione dell’ ori- ginale far diftintifllma relazione del tutto ivi intcfo , oflervato , e veduto *
Nel Mercurio poi Iftorico e Politico flam- pato in Olanda dell* anno 1 6^6* e riflampato in Venezia , nel parag. Ungberta fi ricaVava una piu diflinta e circoftanziata relazione delle ap- parizioni , e ftragi cagionate da quefti Vampi¬ ri , la quale per maggiore intelligenza di co- loro , che leggeranno quefta mia piccola Dif- fertazione mi b paruto di regiftrarla parola per parola nel modo che fiegue .
* A 4
Fu
8 Dissertazione
Fu veduta in quedi paefi una nuova fcena di Vampirifmo, che e debitamerrte attedata da due Offuuli del Magidrato di Belgrado , e da un Uffi . ale delie fruppe Cefarie a G^a- dilca Cirt& . el la Sava in lichiavonia, ch’ & da to tedimoni >d\ vida degli arti e dellericerche fatrene . Ai primo di Settembre nel Villaggio di kifilova tre leghe lungi da Gradifca un V ec- hio di fetranta due anni , tre giorni do- po edere dato feppellito , apparve la notte ad un fuo figliuolo , e gli chide da mangiare : quedi glielo prefento , ei mangio , e difparve. 31 di fufleguente il fiplio raccontb a fuoi vici- ni cib , che gli era avvenuto . Quella notte non comparve il padre , ma la notte dopo egli fi fece vedere , e domandogli del cibo . Non fi sa fe ’1 figliuolo glielo diede o no, ma fu trovato quefti la mattina vegnente mor- to nel letto, Lo deifo giorno cinque o fei perfone caddero fubbitamente ammalate in edb Villaggio, e morirono unodopo 1’ altro in po- chi giorni. L’ Officiate o Bagliffo del luogo avvifato dicio, ch' era accaduto , ne fpedi una relazione al Magidrato di Belgrado , che man. do in quel Villaggio due fuoi Officiali conun Carnefice per efaminare quedo fatto. L’ Offi. ciale Cefareo, di cui e queda relazione, vi fi porto iu Gradifca per effer tedimonio d’ un fatto, di cui aveva udito si fpeffo parlare . Furono aperti tutt’ i fepolcri di quei , ch’ era. no morti da due fettimane innanzi , quando fi venne a quel del vecchio fu trovato cogli
oc.
Sopra i Vampiri. 9
cterii aperti , d1 un color vermiglio, econuna refpirazione naturale , tuttavia immobile e morto , cnde comhiufero ch’egli foffe un fe* gnalato Vampiro. II Carnefice gli ficcb uno fpiedo nel cuore , fu fatto un rogo , in cui fu quefto cadavere incenerito .Non fu trovato al- cuno indizio di Vampiro nel cadavere del fglio , n& degli altri . Grazie al Cielo non fiamo si creduli : confeffiamo , che tutti i lumi di Fifica , che poteflimo avere, non ci fcuoprano cofa alcuna di tal fatto , nk del* le fue cagioni • tuttavia non poffiamo ri- cufare di creder vero un fatto giuridicamente atteftato da perfone di probita . Oltre a che non b unico in quefto genere , e copieremo qui ciocch£ abbiamo detto altrove su quefto propofito .
In un ccrto cantone d5 Ungheria detto in Latino Oppidum Heidonum di Ik dal Tibifco detto volgarmente Teifla, ciob tra quefto fu¬ me , che irriga il fortunato terreno del To- ckai , e la Tranfilvania , il popolo che ft chia- ma comunemente Heiduco, crede che certi morti , da loro chiamati Vampiri, fucchiano tut- to il fangue de’ vivi di modo, che quefti fma- grifcono in breve tempo , laddove i • cada- veri come fanguifuche ft riempiono di fangue in tanta abbondanza , che ft vede ufcir loro per li condotti, ed eziandio per li pori . Que¬ tta oppinione vien confermata da molti fatti t de1 quali pare , non poffa dubbitarfi per riguardo della qualita de teftimonj, che f hanno certifica-
ti.
i
io Dissertazione
ti . Ne rlferiremo qui alcuni de’ piu notabili * Sono cinque anni in circa , che caduto un carto di fieno fchiaccio un certo Ileiduco abi- 'Tante di Medraiga chiamato Arnaldo Paolo.
O #
?Ti*enta giorni dopo la fua morte morirono fub- bitamente quattro perfone , e come muoiono, fecondo la tradizione del Paefe , quelli che fono moleftati da* Vampiri . Venne allora in memoria , che quefto Arnaldo Paolo aveva ipeffo raccontato , che ne* contorni di ,Coffo- *“va , e fulle frontiere della Servia Turca era 'ftato tormentato da un Vampiro Turco.Per- ciocch& credono pure , che quelli , i quali ;fono flati fuccniati , fucchiano a vicenda ; ;ma ch’ egli avea trovato mezzo da guarir- fi mangiando del terreno del fepolcro del Vampiro, c fregandofi del fuo fangue . Ma non oftante quefta precauzione divenne tale dopo la fua morte* perciocch& fu difotterrato quaranta giorni dopo elfere ftato fepoito , e furono trovati n el fuo cadavere tutti i contra* •fegni di ’ un5 Arcivampiro . II fuo corpo era bem colorito , le fue unghie, i fuoi capelli , la fua barba fi. erano rinnovati ; egli era tutto dpieno di un fangue fluido, fcorrente per ogni parte del corpo ful lenzuolo , in cui era in- volto. L’ Adnagi o fia Bagliffo del luogo,in prefenza di cui fu diffotterrato , e ch’ era uo« mo pratico del Vanipirifmo , fece ficcare fecon¬ do il foliro nel cuore di Arnaldo Paolo uno fpiedo molto acuto, che gli pafso il corpo da parte a parte ; lo che , dicefi, gli fece gittare
un
Sop r a i Vampiu. i i
un orrldo grido come fe foffe ilato vivo. Fac¬ to quefto glifu tagliata latefta, e dopoaverla biuciata tutta fu gittata la cenere nella Sa¬ va , fi fece lo ftefTo fopra i cadaveri di quat- tro altre perfone morre di Vampiril'mo per timore , che non ne faceffero morire deg!i altri.
Tutte quefte circofpezioni fono ftatc inuti- ]i • perciocche verfo il fine deli’ anno fcorfo quefti funefti prodigi ricominciarono , e molti abitanti dello fteffo Villaggio ne fono infeli- cemente periti . Nello fpazio di tre mefi di- ciaffette perfone di variofeffo, e di difference et& fono morte di Vampirifmo , alcune fenza malattia, ed altre dopo aver due o tregiorni languite . Si riferifce fra P altre cofe, che una donna chramata Stanofchia figliuola dell’ Hei- duco Totuizzo, ch’ era andata a dorm ire in perfetta falute , fi fveglio alia met& della not- te tutta tremante , e prorompendo in orride grida, diceva , che il figlio dell’ Heiduco Millo T avea quafi ftrozzata mentre dormiva . IV allora in poi non fe’ altroche languire, ed in capo a tre giorni mori. . Ciocch& diffe coftei del figlio di Millo lo fe’ fubito riconofcere per un Vampiro: fu diffot terra to , ed in fatti ritrovato tale. I Principali del luogo , i Me¬ dici e i Chirurghi efaminarono come mai il Vampirifmo aveffe poturo rinafcere dopo le cauteJe , ch’erano ftate ufate alcuni anni avanti. Dopo molte ricerche fu finalmente feoverto , che ’1 defunro Arnaldo Paolo aveva non folo fucchiate le quattro mentovate perfone , ma
an-
12 DlSSERTAZlONE
ancora molti beftiami , de’ quali avevano man- giato i nuovi Vampiri, e fra gli altri il fi* glio di MilJo. Su quefti indizj fu ftabilito difotterrare tutti quei , ch* erano morti da un certo tempo in poi , e fra una quarantina ne furono ritrovati diciaflette con tutti i piu e- videnti fegni di Vampirifmo; percib furono ad efli trapaffati i cuori , e tagliate le tefle , indi abbruciati , e gittate le ceneri loro nei flume. Tutte le informazioni , e 1* efecuzioni da noi accennate , fono ftate fatte giuridicamen- te , ed in buona forma , ed atteflate da molti Officiali , che fono di Prefidio in quel paefe, da’ Chirurghi maggiori de’ Reggimenti , e da5 Principali abitanti del luogo . II proceffo ver* bale fu fpedito verfo il fine dello fcorfo Gen- najo al configlio Cefareo di Guerra in Vien¬ na, che avea deputati due Commeffarj Mili- tari per efaminare la verity di tutti cotefti fatti refi palefi dall’Adnagi Batriar da’ prin¬ cipali Heiduchi , fottoferitto da Battuer pri- mo Tenente del Reggimento d’ Aleffandro Vittembergh, da Clickftenger Chirurgo Mag- giore del Reggimento di Fruffemburch , e da tre altri Chirurghi della compagnia , Guoichitz Capitano a Stallath.
Fin qui il Mercurio Storico, e Politico* ma oltre a quefto non hanno mancato le Gaz* zette ftampate di Vienna e d’ Ungheria di continuare gli anni appreffo di render avvifa- to il Pubblico della continuazione delle dette orribili apparizioni de’ Vampiri, delle loro
ftra.
SOFRA, I VaMPIRI, # I? ftragi , delolazioni , e morti , per le quali buo- na parte di quei Popoli atterriti e Ipaventati, per (ottrarfi al fulmine di cosi calam itoie di- igrazie abbandonando le proprie cafe , i paren- ti e la patria , fi fono altrove ritirati per me- nare il rimanente de’ loro giorni in pace e quiete ,
g1" 1 .vnr.. ■ n. 11 , 1 . . mmmm
CAPO II.
Vampiri 0 fiano appavt^ioni di morti preffo l' antic he e le moderate nazjoni ,
TUtto ci6 finalmente da me maturamente confiderato , fti mai la cofa non doverli piu prendere a fcherzo ed a derifo, come fin ora avea fatto , maggiormente , che oltre a lie tan- te Gazzetre , e Mercurj , e relazioni , che di quefto gran fenomeno parlano , veniva pa- rimente accertato da perfone gravi , e de* gniflime di fede, come teftimonj di villa, che venivano da quelle parti, e vi fi erano ritrovate col& prelenti , incominciai a prender il negozio con qualche feriet^ .
Quindi principiando un poco a filofofarci fopra , e medifandoci per qualche giorno , mi venne prima d’ ogni altro in penfiero di chia. rirmi, le disiftrano fenomeno vifolfe per av-
ven.
14 Dissert azione
venfura qualche veftigio prefio gli antichi e modermi Storici • Avvegnache llirnai , che effen- do il corfo della natura invariabile e fempre lo fteflb , chiara cofa e , che cio , che accader veggiamo ne: noftri temp:, e d’ uopo, che acca- duto pur fia ne3 fecoli paffati . Perlochk avendo fpolverato , e aperto qualche libro della mia piccola Libreria , ho ritrovato e fcoperto, non fenza qualche miaforprefa, non effernuo- va ed ultima fcoperta quefto fenomeno del Vampirifmo: poich& preffo varj Autori di Dima non (olo antichi, ma anche di quelli di qualche fecolo addietro comunemente ed indif- ferentemente ne parlano , ma non folo ne par- lano , come di cola avvenuta in un folo paefe , ma anche in regioni, e regni ben diflinti c fra di loro remotiflimi di Clima , di Religio¬ se, e di coftumi, come di Egitto , d’ Afiad* Eu»opa , di America, fino fotto al piii gelato, c remoto fettentrione . E ben vero pero £ da notarfi per intelligenza di alcuni , che gli Au¬ tori fuddetti non parlano di confimili appari- zioni d’ uomini morti con nome di Vampiro, o di Vampirifmo, nome folamentc praticato appreffo gli Alemanni, edUngheri; ma con al- tri nomi differenti , tutti fignificanti lo ftef- fo, comefarebbe a dire ,che da alcuni vengo- no chiamati Ombre , da altri Spettri , Fantafmi, Larve , Lemori , Mani , Lari , Genj , e fimili.
Ora fra gli Storici antich’, e di prima clal- f e , appreffo i quali fi rincontra fpeffe volte farfi menzione di apparizioni d' Ombre , di Fan-
tafmi ,
Sopr A ! Vampiri. is tafmi , di Spettri , e fimili fono Erodoto , Ti¬ to Livio , Dionilio Alicarnaffeo, Plutarco , Dion Caffio, Suetonio , Paufania , Valerio Maf- fimo, e molti altri , che per brevity rralafcio . Ne’libri di quefti non v7 e quafi pagina , in cui non fi legga narrarfi qualche ftrana appari¬ zione d’ Uomini morri , a fegno che tali Au- toa per altro ftimatiffimi , prefib molri Let- terafi modern! vengono cenfurati per molto crcduli5e fuperftiziofi in afperger'e le loro car¬ te di fimili racconti bafli , inetti , e favolofi . Apprefio Valerio Maffimo fpecialmente fi leg- ge 1’ apparizione di Giuho Cefare fatra al fuo uccifore Cafiio, mentre quefti fi trovava in Filippi ammafTando il fuo efercito * rna non folo 1’ Autore narra 1* apparizione del morto Cefare , ma anche i rimproveri , che quefti §li fece . Prefib Plutarco fi narra la comparfa di un gran fantafma apparfo fra gli orrori not- turni nel padiglione di Bruto parimente ucci-
cifore di Cefare , minacciandolo di veni-e a ri-
• > _
vederlo un’ altra yolta nel Campo di Fi- lippi ,
Apprefio Zonara abbiamo , che 1* Imperador Coftanzo dovunque fi andaffe , non potea mai jiberarfi della perfecuzione , che gli facea il frarello da Iui barbaramente uccifo , il quale in ogni notre , mentre egli andava a letto , fe gli faceva innanzi colla vefte di Diacono , e con un cafice in mano pieno di fangue, e rimproverandolo , lo invitava a bere con dirgli kibe frater . E’ cclebre do chc fi narra dalP
Aba-
1 6 Dissertazione
Abate Caftiodoro Autore d’ogni fede per e(Te« re ftaro Segretario di Teodorico Re d’ Italia, come quefto Principe mentre un giorno era a tavola , effendogli prefentato in un gran piatto di argento la tefta d’ un pefce , vide in vece di quella la tefta ancora gocciolante di fangue del gran Senatore Simmaco da lui ingiuftamen- te Cy barbaramente uccifo; dal cui orndo af- petto fu talmente il Re fpaventato , che di \h a poco tempo egli miferamente mori . Fozio, Patriarca di Coftantinopoli , Uomo cotanto let- terato , e a tutti ben noto , ci ha lafciato fcrit- to fenza nota di menzogna , che Anaftagio Im- peradore avendo crudelmente uccifo Balilio fuo anteceffore , di cui egli era Prefetto* ogni qualvolta volea afcendere •full* imperial trono per dar a* Popoli udienza , fi vedeva vifibilmen- te affalito dall* uccilo Principe, che con un pugnale infanguinato alia mano tentava ucci- derlo* perloch& T infelice Anaftagio tutro fpa- ventato, e tremante con orribili clamori gli era d’ uopo fuggire, ed in luoghi fegreti ena. fcofti appiattarfi . Ma perch£ la vtlione del fantafma era continua fu neceflitato di abdica- re fpontaneamente l’imperio, e ritirandofi ip un Moniftero farfi Monaco .
Paufania ftorico Greco riferifce , che inTef- faglia, e proprio vicino la Citt^ di Farfaglia, dove fegui la gran battaglia fra il gran Pom- peo , e Cefare , fi vide comparire per piu notti dir fegui to una gran quantity d* uomini cP ignoto afpctto con abi ti lugubri , e con torcie
nc»
Sopra I V A M P I R r ♦ 17
were accefe in mano girando per pi u volte iri* torno al gia noto campo di battaglia,e dopo difparire . Quefto fu cagione (econdo lo Stori- co, che molti di quei vicini abitatori abban*. donando il patrio fuolo , per non foggiacere a confimili fpaventi , altrove fi ritiraffero.
PreiTo Plutarco nella vita deg! i uomini il- luftri fi narra di Paufania , come quefti volen-. do toglier 1* onore ad una fanciulla nobiie Bi- zantina , e dopo diflavvedutamente da lui uc«* cifa * quefta di notte gli appariva privandolo del Ton no , e della quiete . A virgins ingenue * Bi^antia a fe interfecla noth* apparere , & irri- tata a quiete & fomno privabatur ( 1 ) . Cosi fi iegge di Nerone appreflo Svetonio , il quale veniva continuamente agitato da alcuni fantaf- mi, che con baftoni , e torcie accefe lo torment tavano . Sape confeffus exagitan.je matsvna jpecie
B vet*
(i) Qltre a cid chc Plutarco ci racconta dell’ap- patizione dello fpectro della giovane Bizantina detta Cleonice , che continuamente infeftava il luo uccifo- re Paufania , fi legge ancora ; che , quefti elfendo morto di fame nel tempio di Pallade in Ilparta , do¬ ve i fuoi nemici il tenevano aiTediato , il fuo fpettro fi faceva vedere continuamente, c cagionara tanto fpa- v?nto a quei , che' venivano nel tempio , che non olavano pi u di entrarvi . Che i Lacedemoni non tro- varono altro rimedio, che di far venire di Teflaglia i Magjii , i quali evocarono 1’anime di cjuegli Sparta- ni , che in vita erano ffcati nemici implacabili di Pau- lania, e cjuerte anime diedero si bene la caccia alio Ipettro , che piu non comparve . Ecco in quefio rac- conto una .fpecie non diffimile al Vampirifmo de’ no- ftri giorni , e un limedio piu umano ed ingegnofo per far cefiare le compaife degli Spcttri.
33 Dissertazione
•yerberibus furiarum , ac tbccdis Avdentibus . Sarei al certo troppo ed infieme tediofo , fe voleffi piix oltre rivangare queda materia , e narrare ad una ad una le tante prodigiofe apparizioni d’ uomini morti , delle quali fi trovano pieni i libri degli Srorici antichi, badandomi d’aver- ne dato quedo piccolo faggio a fine dipafiTare piu oltre, e venire all’ efame di Autori piu moderni , che fi avvicinano un poco piu al cafo deT nodri Vampiri «,
Arnagrimo Giona nativo d’ Irlanda , celebre Scrittore delle cofe di fua patria , e di quel remotidimo Regno , dimato dagli antichi per P ultima Tule,narra cofe drane , che a prim a vida apparifcono incredibili , come egli defifo francamente afferifce , pero le accerta come ve- re , e da non farfene dubbio veruno . Narra dunque egli , che in piu contrade della detta Irlanda , e fpecialmente vicino alle falde del celebre Hecla , apparifcono continuamente , ed jndifferentemente di giorno , e di notte fpettri d* uomini , morti da poco tempo, i quali con* verfano farnigliarmente per qualche fpazio di tempo co' loro amici, congiunti , e parent! . Difcorrono , mangiano , interloquifcono su le cofe domediche , e dopo all’ idante fparifco- no , indi ritornano a venire, e nell* ideffa maniera a difparire fino a tanto , che dopo qualche notabile fpazio di tempo pi ii noncom- parifcono; a fegno tale, dice I’Autore, che quede apparizioni di fpettri , e d'uomini morti fono rele cost familiari apprdfo quei Popoli ,
che
S O P R A T VaMPIR I . I
che ormai niuno prende piu timore cli efft ,
ne fpavento . Di modo tale, che dove pri-
ma per efjirpargli adoperavano il ferro , e la Ian-
cia per traoaO' r broil cuore ne’ praprj fepolcri^
fi b orma; a fit to M { m e ffo si barbaro u'o , ed
in confrgueoza fon.o quail ancora diminuite
confimili apparizioni , perd fempre fe ne fen*
tono in alrre parti deli’ Ifola f Ecco al vivo
defcritti i Vampiri del noftro tempo da uno
Scrittore di piu fecoli addietro , e pr^flb diun
paefe fitu^to lotto al p u gelato Settentrione ,
Siegue a comprovare T efiftenza , e ftoria
del Vampirifrno Olao Magno Svedefe , Ar*
civefrovo d’ Upfalia , il quale nella fua fto*
ria della Scandinavia aflerifce , come cerzio-
rato da teflimonj degni di fede , ritrovarfi
nelle parti piu Setteqtrionali della Norvegia ,
e della Lapponia atcuni Popoli , apprefTo i
quali iogliono continuamente apparire degli Spet-
tri d’ ogni forta , e fptffe volte fotto la figu-
ra de’ loro amici e ftretti parenti , da’ quali
fogliono que' Popoli ajle volte prender confi-
glio su i loro domedici affari , indi fvani-
fcono , e poi ritornanOo Non parla quivi
]* Autore nb di lancia , di decapitazione ,
nb dell’alfra fqrta , colle quali fi pratica og-
gidi per 1’ eftertninio di confimili Spettri ,
ma folamente narra il tatto, come certo , e * \
non piu,
Ubbone Emmio Storicq veridico , e pun- tuale delie cofe di Grecia rapporta ritrovarfi in TcfTuglia , e propriamente fra i gran vaU
B 2 loiii
2,0 DlSSERTAZTONE
]oni de* monti Olimpo , Pelion , ed Offa alcuni Popoli iriuti , e feroci , appreffo de? qusli fogliono fpeflTe volte apparire Spettri , e fantalmi d’ ogni forta , ora in forma di feroci anirnali , e tal volta fotto figura d’ uomini tra loro da poco tempo rrjorti , ed uccifi , co’ quali quegli abitatori fogliono fami- liarmenre converfare fenza punto turbarfi Sit fides penes lu'ciorem , baftando a me lolamente di narrare il fatto , affine di fat* conofcere , che in ogni tempo , ed apprefTo diverfe na¬ tion! fi e fentito parlare di confimili appari- zioni .
11 Padre Fra Tommafo Gage di nazio- ne Inalefe dell’ Ordine Domenicano fin dal- }e piu rimote fpiagge- del Mar Pacifica nel Regno del Meffico , dove in officio di Parroco dirnoro per lo fpazio d anni dode- ci 5 reca una teffimonianza autentica alia fto- ria de1 noftri Vampiri . Egli rtarra , che ritrovandofi coif officio di Curato in un cer- to Villaggio della Provincia di Gupftimola , icoperfe che varj di quei Popoli fuoi figlia- ni avevano commercio, e familiarity con al¬ cuni uomini morti , che loro fpontaneamente comparivano, o erano da loro invocati , co* quali confultavano per indagare 1* evento fu¬ ture de: loro domeflici affari . Avendo il det- to formato con teffimonj probi , e degni di fede un giuridico proceflo , tenro con varj fermoni , e familiari di f cor fi di ammonire quella gente fuperft izi o( a , ia quale prendendo
a lde-
S O V R A I V A M P I R f « 1*
a fdegfto le paterne ammonizioni del Padre 9 tentarono una notte d’ammazzarlo in propria cafa . Finalmente fecondo egli afferma non potendo piu in cofcienza tollerare fimili com- mercj con uomini morti , o da loro invocati, o fpontaneamente Joro apparfi , abbandono il fuo miniReto , e tornoflfene in Inghilterra. Quanto dice quefto Autore viene confetmato da Pietro Martire nella fua Roria dell’ Indie , autore Spagnuolo , e di molta provata fede nel- le fue relazioni di quel paefe*
Cornelio Agrippa Alemanno medico dell’ Tm- peradore Carlo V. nel fecondo tomo della fua Filofofia occulta fuffraga molto all* efiRenza dell* iftoria de’ Vampiri ; pofciach£ egli rappor- ta ritrovarfi regiRrato ne* pubblici annali dell’ Kola di Creta, come in quei paefj era cofa fol i ta , e qua fi niente dello Rraordinario , che molti uomini recentemente morti , comparif- fero vivi , come prima , e che familiarmente converfavano per piu ore colle loro mogli , parent! , ed amici , e che indi tprnafiVro a difparire . Che 1* unico efpediente per liberaril da una converfazione s\ moleRa , era di Far lo¬ ro palTare una fpada nel petto, con trafigger il cuore , ed appunto nclf iReffa maniera , che ora fi pratica in Ungheria , e Moravia; do- vendofi qui riflettere, che 1* Autore fcriveva di quefta forta di Vampiri, da due fecoli ad- dietro, di cofa, ch’ era accaduta in quel Re* gno molti fecoli prima , come verifimilmente giudicar fi dee. Dal che mani feftamente fi
B 3
n Dissert AZioME
deduce , che 1’ appari zione de’Vampiri, o d’ uomini morfi fia cofa molto antica , ed uni- verfale apprefTo remotiffime Nazioni 3 e non gi& cofa nuova , e di recente , che ulrima- mente fi fcorge graffare ne’ proffirai noftt i paefi di Germania , ed Ungheria .
Viene per ultimo per non iftancare piu oi- tre il Lettore con fim'ili replica ti racconti ad autenticar cio con uno irrefragabile atteflato , il celebre Gioleppe Turnefort , Medico, e primo Botanico del Re Ludovico XIV.., Filofofo , uomo dotriffimo, verace , faggio , prudente , e fpregiudicatiffimo d’ ogni fuperftiziofa credu¬ lity , e r ornamento piu gloriofo dell’ Accade- mia Reale dell’ Arti , e delle Scienze della real citta di Parigi , morto pochi anni fo- no nel fecolo corrente . Quefti nella erudi- tiffima floria de’ fuoi Viaggi di Levante , nar- ra , come in un Ifola delT Arcipelago , alia quale paflando per portarfi in Coflantinopoli cafualmente approad , vide tutto in confufio- ne, ed in ifconvolgimento il Borgo di detta Ifola, i di cui Abitatori tut ti fpaventati, ed atterriti attendevano ad affardeliare con molta prefla le loro robe , mobili , ed averi , affine di imbarcarfi su legni gia preparati , e fug- girfene altrove . E domandando egli qual ne fofie il mottivo d* una s\ flrana rifoluzione, gli fu rifpoflo da alcuni di quei difgraziati Citta- dini , che in quel Juogo non fi potea piu vi- vere , attefe le continue apparizioni d* uomini morti , li quali in ogni ora, ed in ogni tem¬ po,
Sop u i V a M ? i r i « 25
po , e di giorno, e di notte fi facevano or- ribilmente vedere* ch’entravano nelle loro cafe, fi coricavano in letto , mangiavano, c bevevano 5 difcorrevano d’ affari , e d’ altre cofe fimili . E quantunque per eftirpargli , ed al- lontanargli dalle loro abitazioni avefiero ado- perato tutt' i mezzi poflibili, tanto di fcon* giuri , e di orazioni , quanto di troncare loro il capo ne’ loro proprj fepolcri , e trapaffar loro il cuore i ed il petto con una lancia,tut- tavia non ceflavano di ricomparire , e di far- fi vedere come prima; e che la povera gen* te fpaventata, ed atterrita da fimili funefte vifioni ne moriva alia giornata di puro fpa- vento una^buona parte di c{Ta< Che pero pec fottrarfi da si terribil flagello , erano rifolu- ti di abbandonare * patria , roba , e quan¬ to di piu preziolo ivi poffiedevano, e ritirarfi altrove per vivere in pace . Il folo teflimonio di quefto folo Autore , quanto altri non ve ne foffero , larebbe folo haftante , fecondo il mio baffo intertdimento a ferniarmi nella certezza delf efiftenza del Vampirifmo^ o fia apparizio- ne d’ uomini morti i non mancando a quefto teftimonio n£ giudizio y n£ fcienza * ne pun- fualit& in ciocch£ afterifce non gia di udito , tna di pura vedufa *
Vi fi potrebbe qui aggiungere in comprova dt* Vampiri f Autore delle Lettere Giudaiche* il quale in una fua Epiftola , che finge fieri- ver da Parigi al fuo Corrifpondente Giudeo Conftantinopoli , gli d& diftinto ragguaglio
B 4 del*
/
24 Dissertazione
della floria e comparfa de’ Vampiri in varic parti della Germania, Boemia , ed Ungheria, c dopo avere all’Amico narrato diftintamen- te tutta la ftoria di quefta comparfa con tut- te le formality, e maniere eon che li proce- de da Magiftrati contra li fuddetti Vampiri per eftirparli , conviene flnalmenfe della veri¬ ty del fatto , ammette effere vere , ed indu- bitate le dette apparizioni , non conviene pe« ro circa la fifica realita de’ corpi apparen- ti , ma fi riferba in altra occafione di parlar- ne diffufamente con promettere di (ciogliere con ragioni naturali il maravigliofo di quefto ftrano fenomeno. Pero fin ora non & compar- fo nulla alia luce di queflo fatirico Autore 9 fi ftar& in appreffo attendendo , quello che fara in quefta materia .
E qui mi fovviene molto a propofito di an- lioverare fra la ferie , e claffe de’ Vampiri tut- te qnelle infolite apparizioni di Fantafmi , d’Om- bre , di Larve , di Monaci , e Monacelle , che fogliono di notte a molti apparire , e che mol¬ to fra gli uomini tanto favj 9 c fpregiudicati come fra molti idioti , ed illetterati le ne fo¬ gliono burlare , e deridere , come d^inventate menzogne , e contarclli di vecchiarelle . Su di che quantunque io volentieri convengo , che molti di quefti avvenimenti fiano falli , bu- giardi, e fuppolitizj , e buona parte o giuo- chetti , ed invenzioni burlefche , o cafuali di perfone , che fe 1’ inventano ,o vogliano pren- derfi paflatempo per altrui trattenimcnto ,
con
So P R.\ I V A M P I R I # ton tutro ti6 non poffo difpenfarmi di afferi- re , effere buona parte di quefte apparizioni ve- riffime , e reali , maggiormente qirando ven- gono narrate da perfone probe , fagge , e ve- ridiche , circoftanziate di maniera , che fen- za nota di temeriti\ non fi puo loro negare l’ai- fenfo. Dovend'ofi in cio riflettere , che la Ai- rna d’ un uomo grave e letterafo , non confl- fie tanto in ergerfi in cattedra di Filoiofo , c con contegno di Pi rroniff a ncgar tutto , e nulla affermare * ma confifte in eiaminare pri- ma le cole con maturo giudizio , fottoporle al criterio della ragione , e poi rifolvere . Men- tre molfe cofe , -che a principio apparifcono iperboliche, ed altre che apparifcono vcre , molte voire con ben penfarci fopra , e riflet¬ tere, le prime fi troveranno v-ere , e le fe* conde falfe , fecondo il belliffimo detto di Plinio lo Storico naturale , che dice: Quemad- wodum multa fievi non poffe , prjujquam fatta Junt judhanluY , it a multa quoque , qua antt~ quitus fa-61 a , quja ea non vidimus , neque yd* iione affeqmmUY ex its effe 5 qua fieri non potue - runt , judicavimvs , qua costa jumma infipien* tia eft .
Non fenza ragionevol mottivo , ho voluto effere alquanto proliffo in allegare i different! Autori tanto antichi, quanto moderni , che parlano di quefla materia , affine di maggior- mente flabilire Ja certezza florica dell’ efiflen- za de’ Vampiri , prima di venire alia difcufli’o- m delle ragioni di ci6 , che effettivamente fiano,
cd
26 Disser tazione
cd in qual maniera , e per quaii ragioni cih pofifa feguire, acciocchk non ci venifleda Ci« cerone attribuito quel rimprovero: Ineptum eft de aliqua re difputare , antequam utvum fit dili - genter perquiratur . Maggiormente che trattan- dofi d* una materia cosi ftravagante , ftraordi- naria , e quafi affatto remota dalf ufo ordina- rio delle cofe , farebbe fuor di ragione parla- re delle loro cagioni , e della maniera , e del modo , come fi producano , fenza prima be¬ ne ftabilire il fatto, e la loro efiftenza . Per- che altrimenti fecondo , che c* infegna Plu- tarco, farebbe cofa inetta di procedere alio ferutinio di una ftoria di fatto fenza prima accertar.fi veramente fe fia vero o no : Qiiare confultius eft pria de veritate , & fide hiftovi - ca ctrcumfpicere , quam anticipatione intempefttva , 0“ prepoftera rat tone in terum exftentiam & wo- dum inquirere *
E qual cofa piu ftrepitofa e maravigliofa puo darfi di quefia , di vederfi quafi ogni gior- no comparire in pubblico, e privato , di gior- no, e di notte uomini gi& morti , pratica- re , converfare , mangiare , e dormire morti con vivi ? qual cofa da far inarcare alia me- raviglia iftefTa Je ciglia pu6 efcogitarfi di que¬ fia , di vederfi pubblicamenre aprire e fpalan- car fepolcri f vederfi cadaveri con occhi aper- ti , come foffero vivi , rubicondi , vivaci t turgidi di fangue , troncar loro per mano di Carnefice il capo: aprir con ferro c con lan- cie il petto, e trapaffar loro il cuore con fentir- ‘ fi al
S o P r A ! VampIR If 27 li al colpourlare il cadavere , c fgorgare da l - la ferita un torrente di fanoue , ficcome il rut-
O ' 4
to atteftano tellimonj di fede e procefifi giu- ridicamente p re f 1 fulla faccia del luogo ? Me- tamorfofi al ccrto fnnile non credo, che ab« biano" leritto n£ Ovidio * Lucio Apuleo . E become Isvis e[l cord e , qui cito credit fecon- do I’ adagio dell’ Ecclebaftico , become coloro, che tutto credono , e che fecondo Cicerone , quo] dam in media luce Hyppocentauros , & Chi¬ meras in nubibus videre dicuntur * Cosi all* in- contro poi il non voler nulla credere, ed il non voler prehar fede a qualunque cofa si di- ca , h pura temerita , e volerla fare da Scet- tico . A quefli fe gli potrebbe applicare quel che dottamente dice Plutarco nella vita di Camil- Jo : Tali bus nimturn credere aut nimium chffi- dare periculofum ejl propter humanam wfinnita • tem qua fines non habet neque fui compos ejl , fed fevtur interdum qitidem in fuper/htionem , in - tevdum vero tnnegleSium , & contemptum verum divinarum , metus vero & ne quid mints optima funt, Il non voler nulia credere quantunque venga foftenuto da teftirnonj degni di fede , e un affatto derogare alia credenza umana , e co- si potremo negare effer giammai ftato nel Mon- do n£ Cefare , n£ Alefl'andro .
capo nr.
Se l1 appayi^joni de Vampivi poffono [ptegarfl * eol fiftema di alcuni antichi Filojofi .
ORa dunque accertato del fatto e
bilita I’ efiftenza della Storia del Vam- pirifmo, & tempo d’ inveftigare che cofa ve» ramente fieno , di qual maniera fi cagionino $ ed in qual modo fi poffono fpiegare si ftra- vaganti fenomeni , che da loro vengono derivati . Affine di giungere a quefto fcopo , fiimai bene pi u maturamente di filofofarci uri poco fra me fitfio , indi confultare i Filofofi antichi , e dopo i moderni . A tal effetto a- vendo rivoltato per qualche giorno Diogene Laerzio , e lo Stanleo mi e riufcito di ri- fcontrare in effi qualche fiflema di dottrina per lo quale fi poteffe alquanto fpiegare gli ftrani fenomeni de’ rioftri Vampiri .
Ed in primo luogo mi fi prefenta Pitago- ra filofofo di Samo iftiturore della nuova Fi- jolofia Ttalica , i 1 quale con iettere commenta- tizie di Policrate ad Amafi Re di Egitto , (i porto co!& per apprendere da quei Sacerdoti gli arcani della loro lapienza * e dopo effere fiato ammeffo a profelfare le cerimonie facre
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S O f R A I V A M P I R T . tp
di quella Nazione,fra l’altre dottrine che ivi apprefe , fu quella della Meteropficoli , o fia trafmigrazione dell’ anime umane negli altri corpi dcpo la di loro morte . Quefto ftrano fiftema di Filofofia fa quello , ch’ egli al fuo ritorno di colk pubblico con maggjor fer- vore in Italia, ed in Grecia , e fu quello iftelfo , che indi fu diffulo 9 e propagato ap? qprefifo per tutta 1’ Alia , e lino alle pi li ri« mote parti del Qiappone, Gina, e Tartaria ; raa piii d’ ogn1 altro prefe piede in quella gran penifola dell’ Indie Orientali ( 3 ) nei Regni del Malabar , e del Caromadel , dove e si grande la luperdizione di quei Popoli su que- fio articolo , che per non controvenirlo fi alien- gono con un pazzo rigore di cibarli di qual- fifia forta di carue , e d’ animali , che abbia vi«
ta
(3) I Old eredevano ancora a quella trafmigra¬ zione deli’auima da un corpo in an altro. II fignor Lery ne’ fuoi viaggi ci racconta di aver trovato fin nell’ America veltigio della Metempficofi . :Ma fi fara meno forprefo di quelle infelici nazioni quan- do fi fata attenzione , che quefto fillema facea un dog¬ ma della piu celebre fetta tra gli Ebrei , cioe de’ Fa- rifei , i quali V ammettevano folo per gli uomini dabbene , aneorche il Bafnagio lo d.iftende piu oltre , Quelta opinione quali comane a tutte le nazioni fecc dire al celebre Tbtnmafo Burnet , che (i potrebbe dire di efi a, che fia difeefa dal cielo tanto ella fembra ef- fer fienza padre , fienza madre , fenza genealogia . Ero- doto pero vuole , che quefto fiftema fofie nato in E- gitio . Che di qui fi fofie portata poi nella Cina e nell’ Indie egli e verifimile j perche quefii paeli fi yogliono pqpolati da una coionia Egizia , iicco-
me
30 Dissert azi one
ta , fiall terreftre , aerio , o aquatico . Anzi fi ofTerva efl'ere colh arrivata a tal ecceflfo la lo¬ ro pazzia , che hanno eretto a fpefe pubbli- che magnifici Ofpedali per alimenfnrc, e nu- trire ammali infermi cT ogni forta * ma quel, che e piti non faprei dire , fe pi ii d’ ammira- re, o da ridere fi che quantunque fi vedef- lero divpra.re da vermini , o animaletri immon- di su la propria perlona , non ardirebbe niu. no di ammazzarne unfolo. Quefta pazza dot- trina fa quella , che foprattutto le altre in- fegno in Italia il gran Pitagora , il quale ar- rivd a tal eccefto di fuperftizione , che fi alien - ne di mangiare p ii fave , prefcrivendo 1’ iftef- fo a luoi dilcepoli , a caufa che generandoli in quelle non so qu.il tfermicciuolo , temeva di divorare con quelle Y anima di fuo padre
‘ o di
ms li hanno ingegnato con tjiolta eradizione dimoltra- re M de Guigaes nella memoria prefentaca all’ Acca- demia reale d’ lfcrizioni , e belle letters il 14 di No- vembre 1758, e ’l (ignor Fred. Samuel Schmidt . I Ci- nefi dicono pero } che 1’ hanno apprefa dagli Indiani . Ctede lo Schmit , che la venerazione , cne hanno cj neft i per gli animali , e della loro aftinenza dalle carni folfe nata non gia per la credenza della Metem- plicoli , ma dalla perfuahone , in cni erano di una cerca (impatia tra tale e tale , con tale e tale de* loro Dei . Ma e da crederli col Montefquien , die ejueda adenenza dalle carni nafcdTe dal (iftema della Metemplicofi » e cjueftu prodotta dalla Jegislazione per evitare 1’ accilionc del le be die atili alia cultura , ei la fcarfezza , che re n’ ha ncll* Indie . Ecco il di- verfo penfare tra un femplice erudito ed un filofofo * Qiielli riguarda fempre al piccolo. Qjicfli al grande ed al lodo .
SoPRA I VamPIRI. 31
o di qualche altro fuo antenato,che forfe fof* fe traimigrata in quell’ iniitto (1) .
Ora per venire al cafo noflro , ( luppoflo quefto fiftema ) fi potrebbe dire che l’anima del defunto paffando dopo morta in un altro corpo confimile al primo , potrebbe apparire di nuovo , farfi vedere da fuoi amici , e pa¬ rent! * converfare, mangiare con efii , e met- terfi in letto , become vien deferitto farfi dal- li noftri Vampiri . Ci6 camminarebbe affai be¬ ne , fe non fe gli opponeffe una difficolth in- formontabile , la quale fi & , che fecondo i principj Pitagorici , la tranlmigrazione delle anime non fi puo fare in un altro corpo con¬ fimile al primo, ma differente, e talvolta di differente fpecie , come farebbe a dire d'un Uomo 3 in un Cavallo , in un Elefante , o in una
Vac-
(4) Quefta proibizione delle fave fatta da Pita- gora ha dato a penfare .a molti , e ad avvanzare mil- le ftrane opinion! , come fi pad vedere preffo il Bayle nell arcicolo Eitagora . ;Il Signor Simon ne diede una naova nella lua dill’ertazione topra i Lemori inferta negli atti dell’ Accademia dell’ Mcrizioni e belle Let- tere. Egli dice, die perche nolle fefte Lerpurali fi git- ravano Je fave nere dal Padre di famiglia , e cjuefta era an ofFerca fanebre , perche fecondo Fefto fopra il bore di quefto legume vi e an fegno lugubre , percio Piragora proibi a fuoi difeepoli il cibarfene $ ed egli fi meraviglia di coloro , che afFermano , non sa fovra cjual fondamento , ch’ efse contengano 1’ anime de‘ morti . Avrebbe cefsara ogni meraviglia fe avefse ri- fiettuto, come il noffro Autore, che in efse fi gene¬ ra un infetco, e che per cjuefla ragione fecondo il luo fiftema dovea proibire il cibarfi di qaefio legume .
32 DlSSERTAZIONE
Vacca , fecoado il merito , o demerito del? opere , che avr& commeffo, mentre era in vi¬ ta . Da cio ne rifulta la manifefta difficoltk di poterfi quefta dottrina applicare ai noftriVam- piri , le di cui apparizioni fono ne* corpi ftef- fi , che informavano prima di morire . va¬ le il dire, che il fecondo corpo informato non ha il primo, ma un altto coniimile a queffo , pofciach& fe cio fofle , il Vampi- ro , che apparifce non fi potrebbe comprendere perchk con recidere il capo , e trapafsargli il cuore nel corpo del defunto , ceffareb- be di piii comparire , non eflendovi veruna relatione fra il corpo del primo , e del fe¬ condo gia morto , e fepolto. A cib pofreb- beli ancora rifpondere non far cafo , che il cor¬ po del fecondo fia differente dal primo, quan- do l’anima informante fia 1’ iftelfa di prima, e comune ad entrambi i corpi , ed in conle- guenza effendo 1’ operazioni vita!!, ed anima- ji proprie dell’ anime , e non de’ corpi , da cio. rifultarne, che tutto cio, che vedevafi opera re dal primo, poterfi molto bene attribute al fe¬ condo , che apparifce. E che alrneno., e a tutto rigore potrebbe dirfi , chela Metempfico- fi , o tranfmigrazione del T anime, che lecon- do la dottrina di Pitagora (i iuol fare ordi- nariamente da un corpo, in un altro diffe¬ rente, e fpefle volte d’ aliena fpezie , in que- flo folo calo del Vampirifmo per occulti giu. ciiz; del iornmo Facitore della natura , fi fac- cia in un corpo totalmente confimile al pri¬ mo,
Sopha i V‘ampirt« 39
wo, ed in queRa tal maniera , par che venga in tutto a fpiegarfi la ftravagante apparizione de’ Vampiri . Ma a ciofi potrebbe rilpondere di nuovo , ch’ effendofi per cagione della nuova tranfmigrazione dell’ anima in un nuovo cor- po al primo confimile, coRituito un uomo vero e vivente come 1* altro di prima, non fi laprebbe capire, come queRo lecondo appa- rifca talvolta si, talvoica no, che apparilca € Icomparifca fin tanto, che decapitato il pri- sno corpo , di queRo piu non fe ne parh , c fe ne veda veRigio • quando effendo un vero uomo bello , e buono , non dovrehbe elTere un mero giuochetto del primo, ma fuffiRere,® reRare anche dopo la diRruzione , ed annichi- lazione del primo. Olrre di che quando hamo a fortnarci fiftemi a noRro capriccio , farh le- cito ad ognuno di formarfi nel capo Irco- cervi , e Chimere a modo fuo per ifpiegare i fenomeni piu fcabrofi , ed occulti della natura. Che pub lalciando da parte quefta dottrina di Pitagora , e de’ Sacerdoti Egizj , li quali tra loro per nulla la credevano ( i) , ma folamente per pura politica diffeminata tra’Popoli ad og- getto di tcnerli in freno a vivere lecondo Tone- fto delle leggi per timore di non avvenir Jo- ro d’ informarc dopo la loro morte un anima-
G le
(i) Quefta opinione , che Pitagora non credefte cgli ftefto alia Metempficoft , c quel la che poi un mo- derno Autore moito verfaro ne’ liftemi degli antichi. Fi- ioiofi ha dimoftrata nella fua Opera lull’ unione dell$ Xieligioae , della j^oralc , e deli# Politic# ,
34 Dissertazione
le immondo o moftruofo , e con cio paffiamo ad altra fcoperta .
In iecondo luogo rifconrro apprcffo Laerzio, un’ altra dotfrina toccante la compofizione dell* uomo, che fa di alcuni Filolofi , capo de’qua- }i fa Empedocle Siciliano . Quedi dicevano, che I’ uomo codava di due parti , cio£ di due foftanze tra loro unite, come noi credia- mo, d’anima e di corpo , ma con quefto nran divario, attefo che noi ammettiamo il j'olo corpo materiale , e l’anima puramen- te fpirituale, immateriale , ed immortale, e coloro sffVrmavano l’anima edere parimen- te materiale e mortale, Con queda fola dif- ferenza pero, che la dove ad'erivano il cor¬ po edere una fodanza crada , lolida , denla , e molto di materiality vedito* all’ incontro di- cevano l’anima, quantunque materiale, ed edenfa , eder el la compoda d’ una materia flui- da , agile, e leggiera , ed in una parola quad fpirituale; la quale parimente infegnavano , ef- fer ed'a confimile in tut t^ i fuoi deliniamenti, proporzione , colori , e figura al corpo , che informava. Di modoche ( Iecondo edi aderiva- ro ) morto 1* uomo , e feparandofi una parte dad5 altra , la parte pi u folida , cio& il corpo fi lotterrava, elpodo alia corruzione , e T al¬ tra p;u fiuida, cio£ Tanima, redava intatta ; ]a quale non ha altra incumbenza, che raggi. rarfi per lo piu intorno al fuo corpo , e cu- ftodirlo infino a tanto, che corrrotto affatto, <e rifoluto in cenere , cefla del tutto V anima di
vi«
Sopra i Vampiri; 3$ vivere , ed ancor ella fi rifolve i a fumo , cd in parri lottiliffime , che afiorbice venivano dair anima univerfale del tutto .
Se mai la dottrina di cotefti Filofofi pec ipotefi fofie vera , e potefie fuffidere nel cro* ciuolo della ragione * & certo , che con efia fi iciogljerebbero mirabilmente gli (Irani fenome- ni de’ Vampiri . Poich£ dir potrebbefi , che T anima fuperfide di quel ral uomo morto , e feppellito , raggirandofi intorno all’amato cada- vere , e trafportandofi fecondo l? antica abiru- dine in quei luoghi , ed appreffo quelle perfo¬ rm , verfo le quali era folito portarfi, mentre unita aj corpo prima vivea ; non & gran fatto, anzi cola molto ragionevcle , che ancora do- po morto , e di efferfi da quedo (eparata , (1 porti di nuovo verfo gl* idefii luoghi, e verfo 1’ ideffe perfone di prima a converfare con ef- fe , praticarvi , difcorrere, mangiare , metterfi a letto, e fare altre cofe confimili i non re- pugnando ad unafodanza materiale di operarer tutte quedefifiche , e fenfuali operazioni , quan- te volte abbia gli organi a quedi adattati , e conformi. Ed ecco direbbero i Filofofi di quedo (idema i vodri Vampiri , eccovi fpiega- te a maraviglia quelle tante apparizioni d’ uo- rnini morti , che a voi giornaimente fi ap- prefentano, e che tanto vi danno dell1 orrore, e dello fpavento . Eccovele di gia fviluppate, e da ogni enigma difcettate, altre non fono , che 1’ anime , non gia fpirituali , come credete xna materialise di fodanza piu fluida,e leg-
C Z giera
3 5 Diss ertazione giera de’ voflri parenti , ed amici , i di cui corpi fono gik nell* avello fepolti . Quelle lb- no quelle, che a voi per vifitarvi talvoita comparifcono , e che voi chiarnate Vampiri, quelle fono quelle , che con voi parlano , trat- tano , e converfano.
Nfc per impugnare queflo fiflema, puntofuf- fraga ciocch£ li potrebbe in contrario allegare, che troncato il capo al Vampiro, e trapalfa- togli il cuore con uno fpiedo , pi u non com- pa rifea il Vampiro, o la luppoftaanima mate- riale del defunto • poich£ quell’ iflella circollan- za replicarebbero quefli Filofofi b quella , che maggiormente conferma quella dottrina . Avve- gnacchfc , come gi& di fopra fi b detto , efien- do deftinata quella parte dell* individuo , ciob quell* anima materiale , alia fola cuflodia del fuo corpo , e venendo gi^ queRo fcompoflo , e didrutto colla recilione del capo , e trapaf- famento del cuore, che fono le due parti principal! del corpo non avendo altra incum- henza , nh altra funzione da farfi dalT anima fuddetta , venendo ancora efta a mancare,edi- ftruggerfi , non ha piuluogo di piu oltre com- parire ; e per confeguenza cefla affatto il Vam¬ piro col luo Vampiri fmo .
Ma perch& queflo Gflema , quantunque fpe- ciofo in apparenza , non ha altra fuffiflenza , che nelle tefle vane de* fuoi autori , e che la materiality dell’ anima , non puo lufliRere con¬ tra l1 unanime fentimento di tutt* i primarj , e faggi Filofofi dell’ antichiti : e poichfc quivi non
c mia
Sop r a, i Vampui.' 37
h mia incumbenza di dimoftrare la fua fpiri* tualit^ , ed immortality, eflendo quefta cosi chiara come il 1 ole : non v’ £ duopo d1 altra impugnazione , ma folamente di rimettere que- fta ilrana dottrina al regno delle falfe idee,ed in confeguenza paffare all’ efame d’ altri fiftemi.
In terzo luogo (j prefcnta innanzi una fetta di Filofofi, chiamata fecondo Laerzio, Cirenaici, capo , ed ‘Autore della quale fu Ariflippo di Ci* rene, il quale parlando deil’individuo dell'Uo- mo afleritce , quefto coflare di tre parti , o loftanze diftinte, fra di loro unite. La pri- ina e fanima, cosi propriamentc detta , la quale, fecondo la comune opinione di tutti gli altri pin celebri Filofofi ammette inteli* genre, fpirituale , ed immortale , uniforme in tutto ai fentimenti ortodofu . L’ altra parte dice elfere il corpo apparente dell’Uomo , fo- (lanza corruttibile , e che dopo morto fi con- verte in cenere , e fvanifce • * e fra quefte due fa*. ftanze , i’una fpirituale , e f altra corporea fta« bilifce una terza folianza media, la quale , pec cosi dire , ferve di neflo , e d’ unione fra lc due prime . Quefta terza foftanza dice , che non fi a veramente , r& puramente corpo, r.£ total, rnente fpirito , ma un medium quid fra f uno, e l’altro , di modo che aflerifce effer una ma* teria eftenfa si, ma fluida , leggiera , agile, c difpofla a ricevere tanro 1* impreffione dello fpirito, quanto del corpo* e che la prima a- nima fpirituale influifce nel corpo lolido, me- diante quefta feconda a fcgno talc , che ie
C 3 non
2$ DiSSERTAZIONe
non vl foffe quefta , come inrermedia , n ©n potrebbero agire J’altre due parti fra di loro. Di modo tale, dice T autore , che la morte del 1’ uomo altro non £,che la feparazione di quefta feconda anima dell’ altre due parti , fa- cendo quefta 1' ifteffa funzione fra le due, che farebbe T unione fccondo la Icuola Ariftote- lica .
Quefta terza foftanza * o fia anima feconda dell’ uomo , dice il Filoiofo rafTomiglia in tut¬ to , e per tutto nelle fue fattezze , figura , e difpofizione a quel che fi chiama corpo folido, ed apparente , cioe quello^che morto 1’ uomo fi colioca nel fepolcro . L’ ufficio di quefta fe¬ conda anima, oltrequello gi& di fopra efpref- fo, che ferve di nefifo, e d’ inferprete fra Tuna, e 1* altra parte* dopo morto ft uomo , e vola- tofene lo fpirito, o Ha ft anima immateria- le alia fua sfera , ed il corpo fotterrato , quell’ anima feconda ferve a quefto di cuflodia. Non ftabbandona mai , gli circola eft intorno come un elitropio intorno al foie, e non fi parte, nb lo Jafcia fe non che quando il cor¬ po £ corrotto , ed affatto diftrutto, e rifoluto in polvere , ed allora ella immediatamente perifce , e fi annichila e fi rifolve parimente in etere . Quefto dunque e tutto il riftretto di quefta terza dottrina degl’Antichi Filofofi , Ja quale fe fkfle ferma al martello della ra- gione , e che non involgefife in fe mille fup- pofti falfi , e confraddizioni i non fi potrebbe efcogitare lpiegazione piu chiara , piu andante,
di
J
Sopra r Vampiu.’ 39 di quefla per interpretare , c mettere in chiaro il mifteriofo,ed intricato fenomenodei Vampiri .
Primieramente qaefta dottrina non diftrugge- rebbe la fpiritualit& , ed immortality delFani- ma, come la proflima antecedente faceva , ma la lafcia nel fuo intero ortodoffo fiflema . II corpo lo fa corruttibile nel fuo fepolcro con¬ forms il fuo dovere , folamente ammetre que- fta feconda anima materials , ed ancora corrut¬ tibile, la quale , poco , o nulla inferirebbe pre- giudizio alle maffune Cattolicbe, potendofi prendere come una quafi foftanza modale , fi- mile alfunione Anflotelica , che ammettono concordemente le lcuole . Circa poi F interpre- tazione, ed apparizione de’ Vampiri, mediante quefla dottrina , fi Ipiega mirabilmente con tutta chiarezza * pofciacche g!i uomini , che ap- parifcono ai Vivi alrri non fono , fecondoque- fta ipotefi , chequefte feconde anime material! fimili in tutto al loro corpo folido , edeflerno: le quali poffono eflfere vifibili , poflono prati- care, converfare , mangiare e fare tutte F ope- razioni corporali , eflendo effealtresi materia* ii corporee , e capaci di efercjtare tutto ci6 , che il corpo faceva . E perche fi fuppongono fimiliffime ai loro corpi, non £ da maravi* gliarfi , che raffembrino gF ifteffi uomini, ch* erano prima di morire. E perche fi fuppongo- no cuflodi de’ loro corpi g\k morti , e fo* pravvivono a quefli fino a tanto, che non fia- no affatto corrotti , e diflrutti , non h punto
C 4 da
40 DlSSERTAZIONE
da ftupi r(i , fe dopo efler quelli decollate , c trapaffati da una lancia il loro cuore , via piu non comparifcono per effere ancora effe annichilate , edidrutte , come quelle, che non hanno piu da cudodire il corpo gi& disfatto.
Ma perch& queda b una dottrina ideale, e fenza fondamento veruno di ragione nulla da queda fi pu6 conchiudere per la foluzione del Vampirifmo . Primo, perch& non d fa capire , a che ferve di ammettere queda feconda anima materiale nell’uomo, quando colla foia ani¬ ma fpirituale fi puo a tutto fupplire fecondo la madima Filofofica, che non funt multiplicand da entia fine necejjitate } e s’ ammcttercbbe neii* uomo una forma inutile . N& vale a nulla la ri- fpofta , che fi potrebbe addurre,che 1’ anima fpi¬ rituale non potendo immediatamente agire nei corpo materiale , ha di bilogno di quedo vei- colo, di qued’ anima materiale si, ma fluida, q fottile per agire in eflb ; mentre fi rifponde, che il plus , & minus , lecondo i Filofofi non •variant [ubflantiam . Or fe 1* anima fpiritua¬ le puo immediatamente agire in queda fe- conda anima, che pure b materiale, potrh an- che immediatamente influire e agire nel corpo, che pure b fodanza materiale, quantunque al- quanto piu folida , e crafla . E molto meno a nulla fuffraga ciocch& mi fi potrebbe direin comprova di queda feconda anima, c\ob che queda ferve per cudodire il corpo , fuo fido compagno gi& morto e lepolto nel luo fepol- cro • mentre cui bono , tai cudodia , attefo che
fin.
Sop r a i V a m p i r r i 3^ anche quefta col cadavere fi marcifce, c ft corrompe nel fuo avello * e chiunque lo vo- lcflc involare , maltrattarJo , tanto ad onta , cd a difpttto della cuftodia di quefta feconda anima, lo farebbe, e Io potrebbe fare . Dunqu& non fervendo a nulla tai cuftodia , cd effcn- do affatto inutile , e fiiperflua quefla feconda anima idcale immaginaria , cade a terra V ipo* tefi , c nulla fi pud conchiudere con e(Ta .
CAPO IV.
Se t appavt^jmi di Vampm pojfono fpiegarfi cq} t fiflema di alcuni modern i Filofofi,
DOpo aver alquanto efaminata Topinione di alcuni Fiiofofi ful prefente fatto de’ Vampiri non farebbe fuor di propofito di ad- durre un penfiere - d’ una certa perfona dotta , ed erudita , che fi potrebbe applicare ancora in qualche maniera al prefente fenomeno del Vampirifmo; ii che fe non ad altro fcrviffe , che per eccitare folamente F intelietto de' Let- tori a filofofarci un poco fopra , non farebbe affatto inutile Taverlo addotto. Quefto belF ingegno adunque dice , ritrovarfi fra la gran tnaffa delle creature, che occupano la fuperfi* cie di quefta terra , alcune foftanze viventi , le
qua*
4*. Dissertations
quali non fono uomini, non fono fpiriti , nor* fono bruti ; ma per cosl dire fono un medium qutd fra tutte queDe. Sono efle dunque al- cune creature dotate di qualche intendimento , veDite di corpo vifibile firnile alle fattezze deli’ uomo, le quali a quel chc 1’ efperienza c’ in. fegna , non mangiano, non bevono , non par- lano , e forfe non dormono . QueDe in una parola fono alcuni individui , che potrebbonfi chiamare Fauni abitatori de’ bolchi , delle foli- tudini, e fpecialmente del le caverne , e delle mi- niere, ove fuole cavarfi il metallo dell’ oro , delf argento , e d’altro fimile.
In comprova dell’ efiftenza di fimili foftanze, dice l’Autore, non vi b Viaggiatore , che fia ftato nelT indie Occidentali , e che abbia avu- to curiofitk di entrare nelle miniere , dove ft cavi il metallo dell’ oro , e dell’ argento , che non abbia lalciato feritto nelle fue relazioni itinerarie d’ aver lentito dire, e affermarfi con giuramento dagli operai deftinati in quelle a ca- vare il fuddetto metallo, come giornalmente, e a tutte 1* ore fi vedono aflediati da fimili creature , o fiano femiuomini , o femifpiriti in figura d’uomini di mediocre Datura parte orridi, e parte di non dilpiacevole alpetto, de’ quali alcuni fono loro infeDi e perniciofi , come quel 1 i , che gli inquiefarro , ora con far loro addoffo cadere della terra mobile , e de* fafii per fargli atterire, ora di fpingergli in qualche precipizio , e talvolta con rubar lo¬ ro gli Drumenti neceffarj al meDiere : dove
ail’
Sopra i Vamuri. 43 all’ incontro vc nc fono di quelli , fecondo afferi- Icono , i quali fono loro favorevoli e di follievo con ajutargli talvolfa al lavoro,con indicar lo¬ ro i luoghi piil opportuni per la ricerca del metallo , con fomminiftrar loro dell’acqua, quando fi trovano fitibondi ed altre cofefimili Di modo tale , ehe il volere a quegli Ope¬ ra; , o Sovraftanti perfuadere ci6 dfere vanir£, ed illufioni de’ proprj occhi , ci6 farebbe far- gli di botto andar in collera , e fopra modo fdegnarli come genti capaci di mentire. N& giova perfuadergli a credere, poter effere,che quefta forta di creature fiano uomini del paefe cote dentro furtivamente infinuatiper prenderd giuoco di eili , e di vertirfi a loro cofto , men- tre riipondendo afficurano : cio non poter ef- fere, poichte quefla forta d’ uomini , ora fi veggono , ora all* iftante fparifcono j come anche avere fpeffe volte offer va to di mutare di afpet- to , di colore e di fembiante con non poca loro ammirazione , e fpavento: laddove gli altri uomini ordinarj del paefe fono fempre* come al trove gP iflefli , n£ mai fparifcono. Tutto ci6 viene ancora confermato nelle fue florie deli’ Indie del celebre Pietro Martire Iftorico Spagnuolo .
Oltre a quefti uomini , o per meglio dire femiuomini , o femifpiriti minerali, profiegue l’autore a dire non effer forfe la prima volta che nelle ftorie fiafi fentito parlare di quefta forta difoftanze. Ne fon pieni i libri partico-
lar-
44 D I S S B R T A Z f O N E
larmente di quelli che hanno ragionafo del* 3a Roria degli animali , come in pi u po rti , e piu volte fi fian veduti ne’gran bofchi , nelle gran folitudini , e nelle caverne queRa forta d’uomini, da alcuni chiamati uomini felvaggi da altri Fauni , Satiri ec. Alcuni de’ quali, iecondo riferifcono le ftorie fono Rati prefi , condotti nelle citti , e mandati in dono a Per- fonaggi , become fi dice , che fu mandato uno in dono a Tiberio Imperadore dal Pretore di Egitto , ch’ era Rato prefo da’ Cacciatori nel gran dcferto della Tebaide . E chi fa , profiegue l’au- tore , che que’ demon) , che infeftavano , anzi aflediavano continuamente il grand* Antonio Abate, non fofiero Rati di quefla forta di crea- tura , maggiormente , che ne’ gran deferti del¬ la Tebaide b piu verifimile, che poteflero an- nidarfi , dove dalT Angelo del Santo Tobia fu relegato lo fpirito , che pofledeva la caRa Sa¬ ra , e dove ordinariamente veniva mandato in cfilio 1’ Irco dell’ efpiazione dal fommo Sacer- dote degli Ebrei fecondo il divino comando ? E chi fa mai , fe le tante Larve , Ombre , Fantafmi , Spettri , Monacelli , e Monacelle, che fi (entono tutto il di apparire, e vederfi* fpecialmente di notte nelle cafe , e nelle cam- pagne , non fieno di queRo genere difoRanze?
NT ripugna in Filofofia , e ali’ordine delle cofe , che ci poffa eRere fra le foRanze fpiri- tuali e I’ uofflo , o pure fra queRi e i bruti un altr ordine, o altra clafle di foRanze, che
fie*
S O PR A i Vampiri. 45
iieno msdie fra i’une, c l’altre (i). Anzi in un certo modo di dire reca maggior riialto al¬ ia Onnipotenza divina e fua infinita Sapicn- za , che fra cotefti eftremi vi fia intermedio un altro ordine di creature, che non (ianonk puri fpiriti , n£ puri uomini , o pure che non fjeno n£ puri uomini, n£ puri bruri , ma un certo muhum quid fra 1’ uno e 1’ altro. Ve« diamo , dice l’Autore, che cosi appunto ha nell’ altre cofe confimili difpoflo la divina Pro* videnza . Vediamo , dice egli , che fra Dio, che e fpirito puriffnno per tfieoza e tra 1’ in- fimo Angelo deli’ulrima Gerarchia ch’ h fpiri¬ to si, ma non puriflTimo ,e{Tervi difpofte quafi innumerabili fpecie d’ Angjoli 1’ una maggiore e pill intelligente dell’ altra , e 1* una delPaitra dipendente ed illuminata, fenza con cio pre- giudicarfi alia loro fpiritualith . Cosi ancoraoU ferviamo nell’ ordine de’ bruti tra l’ Elefantee I’ ultimo de’ primi animalucci effervi unamoU titudine innumerabile d’ altre fpecie diverie ; fra l1 Aquile e ’1 mini mo infctto effcrvene al- trettante } ficcorne parimente nell’ ordine de- gli acqoatici fra la gran balena e i’ ultimo piu vile teftaceo contarfi fpecie immenfe di pefci diverfi. Che maraviglia fia dunque , che fs;- condo queft5 ordine vi poffaeflere fra f ultimo
An«
(i) Quefta gradazione d’ e/Teri , che s’ innalza dal- la materia bruta di grado in grado inferdibilmente uno all’ Eflere fupremo , e fecondo ia filofofia di Platone , oggi feguita e fyiluppau maggiormeme da' modern*
4 6 Dissertaztone
.Angelo, c 1* uomo, o fra tutta la prima spe¬ cie de’ bruti altra quantity di foftanze medie piu o meno perfette dell’ uomo ? E che pofla- no partecipare dell’intendimento , e della bru¬ tality piu o meno dell’ uomo flelfo ? E per conleguenza poterli ammettere nella natura del- le cofe quefta forta di creature di fopra nar¬ rate , le quali fieno quelle, che compariflero tal volta agli uomini , e che dal voIgoVam* piri li chiamano ,
Quefta opinione , che si ftrana appari- fee , cio& darfi alcune foftanze medie fra i puri fpiriti e gli uotnini, e che fieno compofti di fpirito , e di corpo , e che 11 alimentino , e li nudrifeano , che fi allettano agli odori,e fuggano ogni fetore * £ data opi¬ nione antica , anzi vogliano , che S. Bafilio Magno folfe ancor egli di quefto parere,ben- ch£ vien difefo in contrario dal P. Gafparo Scotti lib. i. Fific. Curiof. Di quefta opinio¬ ne fu Pfello Filofofo Coftantinopolitano , ma foprattutto fu abbracciata da Facio padre di Girolamo Cardano, e da quefto medefimo ancora . Facio , come reftimonio di villa alTerifce aver egli familiarmente praticato , converfato, e parlato con uno di quefti lia- no demonj o femiuomini , e col quale ha avuto colloquj, e commerci per lo fpazio di trentatre anni * ed elfer foftanze mortali , viver per qualche tempo o centinajo d’ an¬ ni , e poi finalmente morire. Ma per mag- giore intelligent^ del Lettore 7 6 ben , che li
afcol«
S o p r a i Vampiri, 47 afcoltino le proprie parole dell’ Autore , ciofc delio ftefto Facio Cardano prefTo Grift. Feder. barman, lib. 1 1. lit. x. §. io. Per annos triginta tres famtlians Damonis famUiantate ufus , difcur - fit cum eodem ejufdemque feeds de natura D<t* momtm babito , deprebendit Pfellum mintme . Do - emt igitur ilium Daemon ; D<emones n afet & tnte« t ire . Ejfe autem longavos valde \ tempus , tamen tU It non determinavit , fed ipfe Facius conje&ura e facie fumpt a , quod jam quadraginta duos annos natus valde juvents videbatur , eos ad ducentus vel trecentes annos vivere epd/limabat . Gigneve , rtafei , & fenefeere affirmabat . Cumque intertrent ammos illorum & item noflros mori una cum cor - pore putabat . Ita ut ifpe Cavdanus dtfinit ^Dx- mo nes animal ia inviftbdia mortalia corpora petfe*
fta (i). E Giorgio .Agric. uniformandofi pa ri¬ me A«
(i) S’nefio parimente avea la ftefta opinione, poi- che ole re a ch’ egli ammettea degli fpirin pari , che erano al di (opta del mondo tublunare , i quali , per- che erano incorporei , ed efenti dalle paffioni , non eran loggetti agl’ incanti , ed al le evocazioni : Egl i dices eilervi alcuni genj compofti di corpo , e di fpirito, die abitavano in quefto mondo fublunare , i quali , come aveano delle affezioni , per quefto mezzo ft poteano evocare , conimuovero li , e far<ili asire . Taziano di-
O l) C'
fendendo ia religione Criftiana infegno , che i demo- nj fono ftati creaci dalla materia , e non lolo il lo¬ ro corpo , ma ancora il loro /pirico , ciocche gli ren- de sfrenati e luffurioft . Ch ’ cfli non hanno carne ne fatigue come gli uomini , ma che la loro foftanza ii avvicina a quella del fuoco , e dell* aria . Ch’ elfen- do compofti di cio , che vi ha. di piu fottile e delica- to a che di viziofo nella materia, efti non ft conyerto-
no
V* DlSSfiRTAZlONE v
mentc egii a quefia opinionc afferifce : In fub- terraneorum ammalium feu fubflantiavum numero habert poffe Dcemones , quitn quibufdamverfantur . lib. i. de Afjimanr. Subt.
Alla lunga efagerazione di quefto fiftema nuovo,mi sbrighero in poche parole per con- futarlo . E primieramente fi rifponde efferci una gran differenza tra la potenza e 1’ atto , cio£ a dire fra unacofa poffibile ed una cofa , che fia attualmente; mentre fecondo i Filofo- fi non datur tllatto a potentia ad aftum , ma bensi ab aBu ad potentiam . Molte fono le co- fe podibili le quali poffbno cffere , ma gia non lbno . E quantunque fi poffa concedere , che le fopraddette loftanze medie fra langelo e l’uo- mo , o fra quefto e i bruti non implicano a dirfi, ne ammettendofi cagionerebbono contrad- dizione alcuna nell’ ordine naturale del le cofe ; con tutro cio che attualmente fi diano , non s’ inferifce dalf addotto raziocinio : vi voglio* no altre pruove dell’ allegate finora per ifta*. bilire 1’ eliftenza reale delle fopraccennate fo-
ftan%
no. Nietuedimeno vi li fono trovati alcuni , la nacu- ra de’ quali non elfendo si perverfa , che quella de- gli altri gli ha red fu fcert i bill di ripentimento . In ge¬ nerate elli fono turti mortali , henche muojano diffi- cilmente ; perche non lono compofti di carne , ma d una fodanza fpirituale ; e che inline el li riforgeran- 110 , e faranno condannati a pene piu rigorofe , che gli uomini ; perche elfendo villuti piu lecoli , e i lo¬ ro peccati fono piu grandi , ed in piu gran numero . Ecco una dmilitudine de’ demonj del Cardano. Vcg- gafi il Beaalobre nclla Stor. del Mane. tom. i. lib. cap. 6. e ’1 Bruch, Stor. Filof. tom. 3, p. 2. lib. I, c. Ill*
S o p n & i Vampiri. 4 9 fUnze . Poich& circa quegli cfcmpj » che fi adducano delle creature , che dicono trovarfi n.elle miniere de’ metalli ed in altri luoghi^que- fti fi rifiutano affatto , come inetti e favololi, come afferiti da perfone vili ignoranti e di fervile condizione , alle quail niuna fede preftar fi puo . E per que’ rnoflri d’ uomini trovafi ne’ bjofchi , e regalati a Perfonaggi reali , fi rifpon- de effer di quella forta d’ uomini felvaggi , chc d’uomo altro non hanno, che qualche poca raffomiglianza , ma che del refto fono veri bru- ti (i), fimili a q.uella fpecie di pefci , che raf- fomigliano irj qualche parte agli uomini ed alle don-ne , che Tritoni fi chiamano , i qua- li fono realmente pefci. Circa poi quei de- monj mortali corporei di Facio , e di Giro¬ lamo Cardano bifogna mandargli al paefe del- le favole (2) effendo per altro cofa ftrana , co¬ me qiiefta forta di demon) di foftanze fpiri- tuali e mortali a loro foli fia cognita , e che v’ abbiano parlato , converfato , e quel che b piu giunti ad indagare alia fola fifonomia ii
D tem*
(i) Que ft a forta di animaii che tiene il mezzo tra J a fpecie umana , e i Babuini , che vengono detti Orang-Outang nelf Indie fe ne trovano una gran quan- tica nel reame del Congo e di Loango . Elli hanno una raifomiglianza efacta coll’ uomo , ma fono piu. gjrolfi, e di piu aka datura. Vedi Battel .
( z) Non fu il Cardano il folo , che vantalfe aver familiarita con quefti demonj o fano genj , il primo fu Socrate , indi Plotino . Pietro d’ Apono , di- cea aver commercio con quefti demonj , da cui veniva avyerti;o di cutto. Ma quefti non 1’ avvertirono qu'an-
do
DlSSJfcRTAZIONE tempo precilo della loro et^ , linguaggio , p condizione, maravigliandomi , che uomini per altro dotti diano in quefte inezie , e facciano cos\ mal’ ufo del loro raziocinio in lafciarft perfuadere fimili ftravaganze . Ma quando dato per vero il fatto, cioe aver avuto veramente familiarity con tali creature , poteva perluaderli piuttoflo effer quell’ uomicciuolo da lul credu- to demone dell’ eth di quarantaquattro anni qualche lchiavo fuggito de’ Regni del Congo, d’ Angola, e di Crofania , che loftanze Demo- niache , quali fe le credeva , o gli erano ftate date ad intendere . Ma anche c once (To , il che h falfillimo , darfi tali (oflanze medie, quelto fiftema non fuffragherebbe punto al-fenomeno de5 Vampiri per ifpiegarlo • poichk gli Autori del Vampirifmo dtcono, che gli uomini o fie- yio Spettn , che apparilcono fono fimiliiTimi ai morti da loro conofciuti • ora come -qtielli. demon] o foftanze medie , che fono pure di proprio corpo veftite , poffono affpmigiiarfi e
pren-
do egli per aver colla fua penna malmenato gli Ec- clefiartici fa dagl’ Inquiluori (trafcinato nelle terribili carceri del s. Officio , dove mori . Il Taffio avea il fao genio , e molii altri. di quel fecolo portari alia fcienia occulta e Cabaliftica , di cui li pud offervare il Morofio nel fuo Poliftore . Ma e da riflettere , che ’1 Cardano Hello non era cerro del commercio , che es;li. avea con o.uefto genio; poiche in alcnni luoghi ci di¬ ce , che quefto era un genio Venereo mi do di Sarur- no c di Mercurio,, in altri , che li comunicava a lui per logni . In line uel lib. De rerum varietate , reli¬ ve ; Ugo certs nullum Dmoncm aut Geninm vrihi ad* effe cognofce .
Sop r a i Vampiri. 51 prender la figura deolj uomini morti? non fi la capire . Che fe poi fi vorrebbe dire , che tali loftanze hanno la facolrh di porerfi can- giare d’afpetto, e prender quella figura , che Joro piace , in tal cafo non fi puo compren- dere , come dopo che fi e recifo il capo al Vampiro piu non comparifcono * Non avendo niuna relazione un corpo coll’ alt.ro , cio& il ca¬ po recifo del Vampiro coif womo Demonio } che piu non cotnparifce ? Che percio efiendo quefto fiftema una pura favola , o un ritrovato di cervelli firavolti non merita ulteriore rifpo- Ha rendcndofi da fe fteffo ridicolo, e confuta* to abbaflanza .
Tra I’ opinioni de' Filofofi circa fi apparC
zione de’ morti fi puo annoverare quella di Plu*
tarco avvalorato e confermato dal Salmafio * la
\ *
quale afleriice 5 che in quella ftefia effigie e fimilitudine , che il corpo delfi uomo refta c-fa- nime ? in quella He fia forma refta fi anima an- cora , la quale fi raggira d’ intorno ai cadave- je finche il corpo refii affatto corrotto . Ubi corpus anima derelinquit , in eadem , qua corpus ef- figie fuit fufrfhr/ens fine corpove umbra fimilis
volitat ac vagatur (l) . Ed al trove lo fiefifo Plu.- tarco nel libro de facie in orbs Luna , dice * t/dnmiam dm a cor pore & merit e fe par at am Jimi-
D % li -
*
(1) 5. Irenco , fecondo otferva il Calmet , cre-
dea , che 1' anima dopo la morce del corpo non lolo coniervi la di iui figura , ma che rel'ti apprello il ca-
davcro , come a lido cullode di e/lo , e li ricordi di
tutto cio , che ha fatto in vita •
t
$ x v Dissert a zion e
litudincm corporis effigiemque retinere & ginCM •
A taTipotefi fi pub rifpondere con doman- dare all’ Autore qual fia T opinione circa la natura dell’ anirna . Se eg!i come b verifimile fofliene l’anima ragionevole effere materiale e corporea potrebbe aver 1* effigie del fuo corpo gia eftinto; ma fe poi egli credeffe 1* anima Ipiricuale ed incorporea non potrebbe aver ca- mino la fua dottrina* pofciache lo fpirito y che b foftanza irpmateriale , non puo effer ca- pace di ritenere in effo fimiglianze materiali ; cd in confeguenza cade a terra il fuo razioci- nio , che T anima feparata dal corpo ritenga ]e fomiglianze fifiche di effo * e cosi quefto fi- ffema non ferve a nulla per ifciogliere e lal« vare i fenomini de* noftri Vampiri .
Seguita un’altra opinione la quale b del ce« lebre Tommafo Campanella ( i ) riferita da Criftof. Garmanni (a), la quale b , che tutta quefto grande ambiente d’ aere , che fi circon- da , fia ripieno di differenti fpecie o lpettri di noi fteffi , e delie noftre azioni fifiche, le qua- ]i morto 1’ uomo reft a no efiffenti , e fono quel¬ le appunto , che fi mofirano a vivi come fe foffeco tanti Spettri . Severn fono le fue pa¬ role , dffici prceftnubus futurifque rebus atque no* bis ccmmunicari * qugniam omnis pneparatio it} fommuttt fenfu aeris eft , ipfa ojfusiur ftmulacvis,
(i) Lib. III. de Senf. Rer. c. y. p. 2ics (i) Lib. II. tit. X. §. lay.
S O F H A I V A M P I R f « 53
frvt'uvn covtfimihbus , ficut nos dormicntes fimulacra mm at ovum homtnum } colubroYum aliarumqUG rerum videmus$ dum in nobis excitantuv a pr#» fsnti pafjione motiones jopita talmm revum . Sns nffirmari poffet ipfum aerem fomniare , & figurct* i'e , qu<e prseterita 9 & j utura junt cum in fe fiP communis fpiritus ,
Quefta ipoteft quantunque nuova e fpiritofa e un mero delirio luppoilo nel concavo de’ fpazj irhmaginarj deli’ Autore; poich& fe gli domandarebbe $ perch£ non a tut ti comparilcano fimili fpettri, e fimili apparizioni $ fe 1’ aria ^ a tutti comune? Come poche perlone vedono tali apparenze nell’ aria e non aim? le quefta 'dottrina ft voleffe applicare a’ noftri Vampirt non potrebbe fpiegarle j perche colla recifione del capo del Vampiro non comparifce piu que- fto, laddove (econdo il prefato ftftema dovreb- bono comparire fempre gli ftefti ■ giacche P am- biente deli’ aria b P iftefla, > e le fpecie in eftb non variaho mai .
Si puo aggiungere ^lle fopraddette opinion? un’ altra ftravagantiftima di un moderno Fi- lofofo chiamato' Gio: Sofron a Kozack allegai to da Federico Garmartni (i) , ii quale afleri- fce , che tutti i corpi nell’ articolo di morte riforgono, e che all* anima feparata non ft de- trae il corpo organico, ma folo il cotpo ani- male , ed in confeguenza dopo morte V anima refta veftita di tut 1 Tuoi membri * e parti come
D 3 pri*
(i) Lib. II. tic. X, §. joi ;
/
54 Dissertations
prima. Corpora impfo mortis temporaries momentd yefurgere y pronuntiavit , atieoque anim<e non detya - hi corpus orgamcum , fed tantum corpus animals fpiritui ho minis , quod futt , ei inflar veil , aut' involucri . Credo ab hmc & ipfo mortis tempo - rrirttf memento me habiturum cjfa , camem 5 caputy pedes y feu corpus omnibus membris ad vitales , aBiones requifitis completum , quale corpus habuit & ad hue habet Lazarus Marthae frater . %Ammas ipitur feparatas non efje fine carnibus , cjjibus ,
integros homines , invicem fignaturis
extevniS dignojeuntur e
Non v’ b pazzia , n& dottrina contraddittoria che fia , che non entri nel cervello dell’ uomo «, Puo darfi maggiote flolidezza di quefta ? che quando l5 uomo muore , 1’ anima refta veftita , come prima, di tutte le fue parti corporee,, carne , olfa ,e membra ? ie la cofa b cost l’uo- mo morirebbeenon morirebbe . Perch£ dunque piii non fi vede quefP uomo riforto, fe b com- poho come prima dclle fleffe parti ? Perch& 1* anima cosi veftita di carne e d’ oflfa non fi vede da tutfi ? Dunque non v’ b bifogno di nnove rifurrezioni effendo prima riforto . Dun¬ que la rifurrezione di Crifto noftro Signore do- po tre giorni fu van a , mentre era di oi a im- mediafarnente riforto dopo che fpiro I u 1 Cal- vario . Pazzia, pazzia , jpropolito rnarcio .
Appreffo il Paracelfo lib. tie verum natura fj ri- cav£ effere opimone antica de’Gentili , e fpe« cialmente de' Pomani , che quantunque per la tnorte fi feparafie il vincolo tra 1’ anima e *1
cor«*
Sopr a i V a m v i r r • 5 S
corpo non i nferirfi da ci6, che 1’ anima dopo Ja feparazione del corpo non circuilTe intornoa queflo almenofino a tanto , che queftononfof- fe corrotto e rifolto in cenere (i) . tdnimaruni & corporum vinculum mortem quid cm folveve non item tmpedire , ut animcs , circa corpora non va» gsntur , & aliquando afjijlant (2). Ancora fii quefla opinione degli Stoici (3) .
Per ultimo fi adduce la piu ftravagante delle opinioni finora rapportate ,e quefta e quella di alcuni Filoiofi moderni , i quali fono Gerardo* Feltirian de cadctv. cap. ig. Giovart Marco de
‘ D 4 Mar*
/ 1 u 1 » • * • ,
(1) Preflo Garman. lib. II. tit.vti. §.62.
(i) Quindi it, che per fare , che tornalfero fam¬ ine a 1 loro ftato di prima i Romani brucciavano i ca- daveri . Romani contra, dice Servio nel 3./ dell’ Enei- di , faciebant comburentes cadaver a at ftatim unima m generalitatem , id eft , in fuam naturam rediret .
(3) Ma ecco un’ alcra opinione del Paracelfo che fpiegherebbe il fenomeno de’ Vampiri fe loife ve- xa . Spiritus Olympian hominis in fua regione moratury & qitamdiu corpus totalicer putre factum , vd igne in cineres impalpabtles conftumtum non fuerit , tamdiu ex ejus cadaveris dementis & principiis ftbi corpus fpiri - tuale ad jormam vivi format , er actiones , quibus ho- mine vivo fi plurimurn exercitare folelat , poft mortem ejus, amuLatur . Et tales non Jolum feeler atotum , fed £5* bonorumt formas j non turners piorum ,• quondam Dens '/nortuo corpore , & animabus & fpiritibus corum quietem conceffit i mduere folent , C? ad qui negoiia vel labor es extraordinario find 10 , £^ imagination homine vivente fellebarittir , eofaem tn corpore fpintuali excrftnt' Ita fi homo bonus Paterfamilias vixerat > £3° in ect imdgina ■* Hone mortuus eft, eadem forma apparet fpedrum res di* tftejlicas curans ♦
$6 DisserTazione
Marco cap. i. , e Fortunio Liceto lib » 6* Dicono dunque coftoro , che 1’ anima fen* fitiva unira all* idee leminali dell* anima ra- gionevole rimafla nel corpo organico dell5 uomo morto , e parimente unita alia vegeta® bile, che refla , efercitano le funzioni fenfi- tive o almeno vegetabili , come il crefcere del- Ja batba, de’ cape 111 , dell’ unghie , di muoverfi* di rizzarfi in piedi , conforme s’ oflerva eflere accaduto ad alcuni dopomorte,e di parlare eco Tutti effetti della macchina moRi almeno da- oli fpiriti vitali , i quali durano per un pez« zo ne’ cadaveri morti di morte violenta * e quelli , che alia vifta dell’ uccifore butta fati¬ gue dalla ferita , il che b impulfo degli fpiri¬ ti rimaRi con inclinazione alia vendetta.
QueRa opinione fi ripulfa da fe Re (fa per rnolti capii Primieramente perchk non fi dan- no nelT uomo queRe dueanime, attefo la len- fitiva , fecondo f opinione comune de’ modern!, dovrebbe efler an che immortale e fpirituale: il che iarebbe ammettere due anime fpirituall iiell’ uomo , cib che b contro ad ogni ragione, e pat ticolarmente ai fentimenti fa crofanti del¬ la S. Madre Chiefa . Per fecondo quo bom * e a che lervire queRa anima fenfitiva, e ve- getativa * mentre tutte ]e operazioni dell5 uomo li falvano puntualmente colla fola anima fpiri¬ tuale e ragionevole, la quale regola tutta la parte inferiore de’ fenfi mediante il modo , c regolamento , che influifce nel corpo . Oltre a che benchb per ipotefi s’ ammetteffero qucR'
ani«
SOPRA I V* A M P I R t £7
anime fenfitive, e vegetative non fi pofrebbero falvare le apparenze de’ Vampiri ^ poichk neU le dette apparizioni fi fono offervati i corpi di quefti giacere imrnobili ne’ loro fepolcri . Oltre a cio fe mai una tal dottrina fofiTe ve« ra , tutti i cadaveri alrneno di quelli , che fof- lero morti di tnorte violcnta dovrebbono muo- verfi , e comparire come informati da quell* anima fenfitiva , e vegetativa , e non gia i foli pochi , the dicono comparire in quei paefi .
Si potrebbe a quefta opinione aggiungere anche quella. degli Ebrei moderni (i), la qya- le non e meno flrana, che fallace , che colie
Heirs
CO Seconds la dottrina degli Ebrei moderni l’a* mme fono in una fpecie di viaggio per lo fpazio di dodeci melt , effe difcendono dal cieio e rivengono in- torno alie loro toriibe , ea al loro cadavero , ed efle lianno conofcenza di tutto cio, che avviene in tSrra ; e c!le intendono ciocche fi dice , e cio che h fa . Di quefta fentenza fu P inimiciflimo della religion Criftia- na il R. Lipman nel fuo velenofo Nitfachon fez. 8. do¬ ve dice : Rabini ncjiri , quorum memoria in benedittio- *ie ciiccntes , quod intra duodecimum a niorte menfem anima. 'U erf Mur , (S’ habitat, juxta corpus , ipfntn lugensy unde apud Jobum 1 4. 2 2. animus ejus fuper ipfum lu - get . Quefia opinione penetrb parimente tra’ Criltiani della primitiva Chiefa, come oflerva Stefano Morino nella quinta delie file differtazioni , per cui i Padri del Concilio di Elvira fecero queflo canone . Cereos per diem placuit in C&meterio non incendi , inquietando enim fpi - ritus fandorum non funt : qui h&c non ob/er'vaverint ar~ ceantur ah Ecclefu com uni one . Leggafi ciocche dice il Signor Eafnagio nel 5. tomo lib. 5. cap.i^. della fna Storia degli Ebrei fovra quelta o™nione.
I
$8 DlSSERTAZrONB,
tfefle ragioni di fopra addotte reftcrebbe beii confutata : ad ogni modo per non lafciar de« fraudato il lettore della fua curiofit& hoftima- to bene di fcriverla colle medefime parole con cui la porta Crifl. Frid. Garmanni (i), Quande anima a corpore difcedit ? fecundum Hebraorum doftri* Bam , femper memo r eft corporis , & triflatur de cor» pore , utpote in quo habit ationem & fedem habutP fuam . Et quamvis corpus poft difceffum anima trim* €t irtflar jaceat s fcias tamen 5 ft vis vsrus ejje %ApeU la , corpus omnia adhuc mtdire & fcire 5 quid in wtundo fiat , & quando ipfum devorant vermes •v# illud /entity ac fi acu pungatur vivens , idee & vetitum ad cadaver €?* fmus plura loqui 9 quam quae ad ejus neceffitatem & honorem vergunt , ideoque & coemiteria adeunt ad defunSorum fepuU chra , ut mifereantur viventium & Deum pro iis went . Corpus ibi remanere ajferunt cum fenfu cbtufo nature ipfius conveniente , & in corpore Viortuo aliquid vitce fupereffe . A’ quali fi pu6 rifpondere col medefimo detto dello fteffo Gar¬ manni : Nuguntur fateor : verurv} nugce funt j wiles fabuU male mercts indiciunt ,
CAPO
(i) Diflert. prelim, pag. 91. §.140.
- So PRA I V A M P I Rf *
$9
eBgMUMMtg'A iK' sazrJCXSMMltXilVam
capo m.
Opinions d' un Filofofo me^o Pivronijia j!- [opt a l * appari^jone ds V dmpiri .
*. i
A rapportiamo ancora per foluzione di quefto fenomeno de’Vamplri un’ altra opinione , ch’ b pure ci' un Filofofo moderno , i! quale fe non e in tufto Pirronifta , e pertanto in buona parre Scettico* QuefH negando quad turto ci6 , che s’ adduce tanto da5 moderni , quanto, dagli antichi Storici intorno quefta con- troverfia de’ Vampiri , francamente dice : che quanto ft fparge e fi vocifera in quefta ma¬ teria , altro non ft a , che pure menzogne , fo- gni , ed illufione di perfone credule , e buona parte ancora effetti di Bacco ^ i quali con i fuoi fumi , che fuol mandar al cervello , fa Travedere le perfone, e gli fa credere ciocchfc non t. Conviene pero per non ifmentire affatto tanti Autori , e teftimonj di fede , che pu6 efTerfi dato il cafo tal volta di eftfer feguita qua! cuna delle lopraccennate apparizioni d* uo- mini credufi morti , e che quefti abbianofom- m ini lira to fondamento ad altri di coftruirci fo- pra il mifieriofo ed i ficio dei Vampiri. Poiche quel che far& forfe feguito una , o due volte 0 in un luogo, o nell* altro abbia dato mOti-
VO*
66 DrssER tazione
vo a sfacendati , ed al popolo credulo di am- plificarlo ad un numero ecceflivo di avveni« menti con apgiugnerci appreffo del le circoftan- ze maravigliofe , eel immaginarie; come per ordirario ipefle volte accade in guerra , dove appena faranno nella batfaglia morti al piu un migliajo di foldati , chc iubito li vede tnormamente accrefciuto al numero di 2 0,30, 50 mila . E che taluno, che far^ morto in concetto di poca probita , 6 di vita fcaridalo- fa , fubito fuole fpargerfi la voce che il luo corpo non fiafi piu ritrovato nel fepolcro,- ma che fia ftato sbalzato in corpo , ed anima a cafa del Diavolo.
Ora dunque quefto rrioderno Filofofo mezzo Pirronifta , come ho detto congetturando dice, che il fuppoflo Vampiro, che apparifee , non fia veramente un morto, come dal volgo fi crede , ma taluno , che creduto morto da qual- che accidente improvifo o dr apoplefia , o dl mal caduco , o di ubbriachezza , poffa effere ftato feppellito, come gia morto . Poiche fpefle volte e accaduto a molti , che ftimati morti, fono fia ti per tali fotterrati , e che dopo effen» dofi dal mortifero Jetargo ria^uti pofTonoeffe- re ritornafi alle loro preprie cale * e che i fuoi domeflici , e parenti atterriti a tal vifta 1’ ab» biano llimato Come Vampiro. Che pertimore fj fiano mefli a fuggire, e gridare,e fare mil- Je ftrepiti , capaci a mettere in tumulto un Popolo un poco credulo, e capaci in quel pri- mo moto di furore di amraazzare V innocents
V am*
Sopra T Vamptri. 6l Vampiro, il quale forfe per fottraerfi da fimil pericolo, fiafi nalcofto , e fuggito . Cheinolfre ii Popolo fuddetto trafportato da un impeto fu* bitaneo , polfa eflere accorlo al cimiterio ? ove d’ ordinario fuole fottrarfi la genre baffa , ed ivi fenza difcernere una foffa pi u che un’ al* tra , abbia difTotterrato il cadavero d’ un al- Tro , e gli abbia troncatp il capo, e trapafla- to con la fpada il cuore . Ed in quefta ma- uiera falfamente diflingannato , ed afficurato di non potere piu oltre il pretelo Vampiro comparire, f abbia da per tutto divulgato per tale, form a to il procefTo , e con piu te- ilimonj di veduta fottofcritto , e hgillato , e dato in quefla rnaniera a credere a tutto il Mondo per vera , e reale la lloria de’ Vam- piri . Ed in pruova di quefle fue congetture o fia fofpetto , egli adduce uninfinita di eiem« pj Rrepirofi d’ uomini creduti rnorti , e cotn- parfi a vivi con circoftanze cosi verifimili , che nulla piu. Le quali cole a bello ftudiofi tralalciano per non* recare incommodo al Let- tore, ed a me mag&ior travaplio-
Si ride poi queho Filofofo di que’ Vam- piri ritrovati ne1 lepolcri di color vermiglio , vegeti , e turgidi di fangue , come anche , che abbiaxio gittato grandi clamori al colpo della lanciafa ficcata loro nel petto , e nel cuore* ma fopna tutto abbomina , e% detefta come ernpia , e fuperftizidla la rnaniera di trattare i cadaveri , mediante il modo barba- % o da loro ufato dj fquarciare , e trapaifare i[
cuo.
$Z DlSSERTAZIONE
cuore a’«dtfunti con lance , e fpade : redder Joro empiamente il capo , venendo proibite tali azioni da tutte le nazioni del Mondo, e da tutte le leggi umane, e divine il fevire in movtuns . Conthiude finalmente quefto Filo- fofo , ed a mio parere accortamente , che per rimediarfi a cotefte dicerie, c ftrepiti fuperfti* ziofi del Vampirifmo, doverfi da fupremi Ma- giftrati non folo lotto rigorcfe pene proibire d’ adoprarfi pi u in avvenire fimili efecuzioni * rna inviarfi col& ancora , cio& a quei paefi , dove fi dice vederfi quefti apparizioni , predi- catori faggi , uomini dotti,e perfone fpregiu- dicate a difTingannare con Fort i ragioni quella gente ignorante , timida, e fu peril iziofa, affine di finire con ci6 di ammorbare , ed inquieta- xe il Mondo con (imili Ipaventi , e ridicole apparizioni .
Sin qui 1* incognito fcettico Filofofo , a cui fe gli puo rifpondere , che become non e da uomo Baggio il preftarfi fubito fede ad ogni qualunque cofa , che abbin deli’ infolito , e del lo ftraordinario per non incorrerfi pel la ri- prenfione del lo Spirito Santo nelF Hcclehaflico che levis eft corde , qui cito credit * ccsi all’ in* contro non potrebbe evitarfi d’ inciampare in quell’ alfro di temerario , e di Pirronifta , i qUali fi fanno gloria di negar tptfo , e di nul¬ la pfferpiare per vero . Il che puo prevenire fpelTe volte, o da froppa prefunzione di faper inol to , o da ignoranza di Taper poco , non poftando per T ordinario gran fatica di negar
una
Sopra I Vampiri.' 6$ pna Cola, della quale s’ ignorano le fue cagio~ jii , e proprieta . E non perch£, ficcome dice il dottiffimo Cicerone, io non capifco una, cofa , dunque la cofa far& , ma piuttoflo dire : perch& non comprendo la cofa devo allegare la mia ignoranza, Molte cofe, dice egli , fo- no veriffime , che a noi apparilcono inve- rifimiii , le qua li dopo aver ben confultato la ragione 9 fi rifcontrano veriffime : Non equidem quia tern non capio , fallax eft , Jed potius quia rem non affequar , ignarus fum . Multa enim , quce vera funt , inveri/smilia videntuv , confulta •vsyo tatione , verjjima confpictentur . Da cio ri- pigliq dunque , che non perche s) gran feno* meno de? Vampiri a prima villa apparifca a faluni llravagante , llraordinario , ed iperboii- co percio fubito fi ha da Himare per falso e favolofo , ma bifogna pria ben efaminarlo , con- fiderarlo , e metterlo al confronto della ragio¬ ne , e poi decidere . Quante cofe al principio piu incomprenfibili di quefla de’ Vampiri furo- no ftimate iperboliche, falfe , ed erronee , e li¬ no ad elfer quafi dichiarate per erefie , e poi in progrelfo di tempo , ben efaminate , e col- ]a ragione, e coll’ efperienza fi fono rifcon- trate veriffime,
Gli Antipodi anticamente non furonoflima- ti favolofi (i)* ed il povero Virgilio poiVe-
fco»
fi) S. Agoftino , S. Bafilio , Lattanzio , S. Giovan¬ ni Crifoflomo; ed alcri Padri hanno foftenuto , che nen yi foflero gli anti^odi , S. Agoftino era indotto
a Ole
£4 Dissertazione
£covo di Salesburgo , che gli fofteneva per vc- j-i contra iJ Vefcovo diMagonza, non fu egii dichiarato per quafi eretico ? E pure in pro- greflfo di tempo fi & ritrovato non efferci in Geografia cofa pin vera e certa pel quotidiano circuito di tante navi, che fanno d’intorno alia terra. Due fecoli addietro chi non crede- va erroneo affjtto, e contra 1* cvidenza oculare il moto della terra intorno al foie , del di cui fiftema ne fu rinnovatore (i) il gran Niccolo Co- pernico Canonico diVarmia; e pure quantun- que tal fiffema non venga approvato dalf Inquih- zione di Roma , ad ogni modo uniformandofi a maraviglia col calcolo de’ fecondi mobili , viene univerfalmente abbracciato da tuft’ i piu infigni J/Jattematici ed Aftronomi. Qual cofa piu
iu?
c;b credere , perche h dicca , che gli abiratori degii Ancipodi erano diverfi in fembianti da noi , e che era jmpollibile il potervi paftare fra efli . Onde bifognava dire , che quelti uomini non foilcro nati da Adamo ; lie vi fi poteile predicar la fede , le Crifto Signor No- ftro non C\ avelfe incarnato due volte. Quindi e che Virgilio poi Vefcovo di Salesburgo , che difendeva gli Ancipodi contra Bonifacio Vefcovo di Magonza fu qua¬ il tenuto per eretico ; poiche Zaccheria Papa fcrille a Bonifacio in quefta occafione , che fe Virgilio feguiflp cio a foflenere , che folfc degradato dal facerdogio , e tenuto per eretico. Ved. il Bade Arc. Virg.
(i ) Vien detto Rinnovatore • perche prima di lui fu foftenuto il moto della Terra da niolci antichi Tilofofi , e particolarmente da Ecfanto , da Seleuco , da Filolao , da Cleante , da Eraclide Politico , e da Pittagora da cui fu detto hftema Pitagorico . Archi- mede 1’ ha foftenuto ancora nel luo libro de nr&rorum
are*
SOPRA 1 V A MP1R1 65
lnconcuflia , e fuon d’ ogni controverfia da tutt* i Filolofi, e fpecialmente degli Anftotelici te* nuta per vera la dottrina, che i Cieli erano ingenerabili ed incorrurtibili , e che que^i in conto neffuno fofTer'o fottopofli ad alterazioni? E pure a noftri tempi , addoitrinati dal l5 efpe- rienza maeflra della verity , non ci e cofa pi u. incontraftabile appreffo i modern! F i lofofi , che la varieta ed alterazione delle sfere celefti , menrre in nefluna altra parte piu fenfibiie , co¬ me nel cielo , fi vedono ocularmente produrfi , e generarfi nuovi fenomeni , ed altri corrom- perfi e diftruggerf) * produrfi in effe nuove flelle* vidbili , e luminofe,«e diflruggerfi que- fle [1] , piu offervarfi fino a difparire aiiat* to le flelle filfe2 offervate 5 e regiftrate nella
E * fua
arena numero , ma fa obbliato per mold fecoli , e non linacque fe non tre fecoli (ono per opera del Coper- nico , da eui ha prefo il npme di Copernicano . 1} Galileo fa dichiarato come eretico dagli Inquifitori per aver follenuto il moto della Terra , i quali non rifparmiarono nel decreto , che fecero ne il nome del Copernico , che l’avea rinnovato dopo il Cardinal di Cufa , ne quello di Diego Zuniga, che 1‘ avca inle- gnato ne’ commentarj fopra Giobbe , ne quello del P. Fofcarini . Ora (i e pin indulgence in Italia .
(1) L’ Autore del Libro incholato della A Why a vuole , che become tutte le cofe fi producono per feini, cosi ffranamente penfa , che gli elemen- ti , e gli aftri , e i pianeii fi generano per quello mezzo . Gh aflri , dice egli , partoriranno degli aflri 3 g gli aflri crefceranno , e gti aflri moriranno 3 in effetto ijaante nuove produaioni non fi fiono nconoficiute nel Ci& - lo t Quante altre Jielle fion* difiparite } ed ah re ancorafi
66 D'issetaziomb
fu;i sfera dal grand* Aftronomo lpparco. Chi prima dell’ ufo dell4 invenzione del canocchiale del dotrillimo Galileo [i] , chi b , che prima del¬ la prattica di queflo maravigliofo ftrumento avrebbe ardito afifermare, che intorno al pia- neta di Giove fi raggiraffero con moto ragola- re quattro pianeti, cio£ quaftro Lnne , ciafcu- na limile in grandezza alia noftra Terra? Che intorno a Saturno fe ne rivolgeffero cinque an- che del le prime maggiori , e che d* intorno ad effo vi fofle un grand* anellone maggiore dieci
xnila
fono vijibilmente ingrandite . Da lungo tempo la coflel - lazione delle Pleadi ha per data la fua fettima flella > da cent' anni l' Lridano ne ha accjuiflato due nuove . Quattro aUre fono nate intorno alia Polare ; nel \6z6 il Cigno perde tin a delle fue jlelle , died anni dopo ne com - parve una al mcdejtmo luogo , ma molro piu piccolo, del - la prima ; oggigiorno quefta e una delle pin grandi di quefta cofteliazione . 1 Pianeti dotati ancora della facol- tk gencratrice produrranno altri pianeti , ec. II signor Nevvton pero va congetturando , che’l comparire e difcomparire di alcune ftelle nalca, che cjuelti aftri fia- no da una parte luminofi , e dall’ altra opachi ; e che quefta parte opaca a noi rivolgano di tempo in tem¬ po girando intorno al loro centro. Il Mapertuis per ifpiegare quefto fenomeno delle ftelle , dice ; che que- fti aftri non Cono , che mafte luminofe , e molro ap- pianate , che allorche a noi rivolgono la faccia fono vilibili e comparil’cono sf^riche , ma fe mutano riguar- do a noi di hto , e ne moftrano il fiance i noi vedre- mo piu o meno lor mancare il lume e la grandezza „ Ci fembrano eftinte fe la loro diitan/a , e il loro ap- pianainento fiano moito cbnfiderabili j ma tornano a comparire pigliando nuova fituazione.
i^i) Il pr*mo , che lcovti ;i cannocchiale , el
pri-
So PR A. 1 VaMPIRI mila e plu volte di rutto l'orbe terraquco < Che in faccia alia gran fuperficie di Giove , e fpe- cialmente d* intorno alia fuperficie della Luna vi fdTero pianure e monti forfe pi u alti delle tfoftre montagne del l9 Alpi [.]? Chi cio detto avefle e ofato d’infegnarlo le gli farebbefenza dubbio da fanciulli dietro gridato al pazzo al pazzo, e come tale all’ imbrocco alia cafa de* Matti larebbe ilato condotto .
E pure la ragione , e fi efperienza cl ha chiaranierate dimoftrato, che i cieli fono gene-
E 2, ra.
prifma triangolare fa propriamente il noftro Napoleta- no Giambatci fa della Porta . Qaefto baon geometra e meccanico pervenne ancora il Nevvton nella teoria de’ co'ori . Veggafi la fua ottica ftampaca in Napoli verfo la fine del XVI. fecolo.
(i) Che la Lana e gli altri pianeti fofiero con- fimili al noftro , fu opinione degli Antichi . Orfeo ere- deva , che ogni ftella fofie un njondo , e la Lana abi- tata . Sentiamo i iuoi verfi confervateci da Proclo
Altera, terra vaga eft, quam ftruxit , quamque Selene JDii 'uocitant , nobis nota eft fub nomine Lun& ,
Hac monte s habet, ac urhes adefque fuperbas . Talete , e i Pitagorici , opinavano io Pcello . I Cinefi credono alia pluralita de’ mondi , e che la Lana folfe abirata . 11 primo tra Moderni , che fi fervi di queito fiflema fu I' Ariolfo, paralrafando i verfi di Orfeo: Altri fiutni , altri laghi , alt re campstgne Sono lafsu , che non [on qui tra noi :
Altri piani , altre valle , a lire montagne ,
Che ban le rittatj , hanno i caftelli frtoi Con Safe, delle quai mat le piu rnagne Non 'vide il Palladia prim a , ne poi j JE vi [on ample , e folitarie felve ,
Ove le Ninfe ognor caccian le helve -
II
<53 T) i s 5 £ R T A 2 T o E rabili , corruttibili , capaci di nuovi fenome- ni , e di nuove produzioni : che in eflft ft di- ftruggono Je antiche fleile fide , e che di nuo- vo ne rinafcono: che inrorno a Glove , a Sa- turno , e nella Luna, e verifimilmente in tutto i pianeti vi ft-mo monti , pianure , e valli ft- jniliilime e maggiqri di quelle , che ft veggono nella noflra terra, ed altre cole maravigliofe, che per brevity ft tralafciano, ed altre nuove, che da pofleri in appreffo ft lcopriranno.
Da tutto cio ft raccoglie, che non tutto ejuello che a prima villa apparifce inveriftmile fta fallo, ma che fpeffe volte col tempo , col- la rifleffione, e colla ragione fi trova vero ? onde il noflro buon Filofofo Pirronifla lia po- ca ragione a condannare per viftoni , e per ipenzogne tutto cio, che ft dice del Vampi- rifmo, ma bifogna rintracciare altre maniere diferete per riconciliare la Filofofia col feno- meno fenza dare una pubblica mentita atantt Aufori antichi e moderni , e teflimonj degni di fede , efiendo cofa molto odiofa e temera- ria di fmentire pubblici teflimonj fenza una gran luce di ragione alia mano per confutarlj.
con*
II Burigny nella fua Teologia de’ Pagan! dice , che I moderni fono andati pid oltrc degli antichi intornoa cjucfti preteli mondi ; perche hanno immaginato fcovri- re la Batura degli abitanti di eili ; e il Volfio fya cal- colato , che ,1a Batura del li abitatoii di Giove fofle di 13 piedL Ci« che pofe in tidicolo il Condillac nel fuo trattato de! fiBemi . Ma cio li penso pure degli anti¬ chi : Pitagora corae olferva il Bruchero , credev* , che la Luna ioffe jpopolata 4<U animaii piu grand: > e pit} b$lli di noi].
S O p R A i Vampiu 4 <>9
cooforme al detto di Boezio: Temerarlum <?/£ #tque odiojum de aliqua injoitta te plurts tejles reprobate , Mifi pnus evidentibus rationibus dp msndatto adjlruantur .
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CAPO VI.
• l
Ss r Appar intone de Vampiri poffono afcriverfi ad opera fopranaturale o fia dtvina »
ESaminate dunque e crivellate per quanto fi b potuto dal noftro balTo intendimento , le dorrrine degli antichi Filofofi , e di alcuni de’ moderni , e non effendofi potuto rintraccia- re in effe verun fiflema ragionevole da poter in qualche maniera riconciliare 1’ apparenze de noQri Vampiri * ci b ora di meftieri di ricor- rere all’ ancora falutare della ragione per me- ditare, fe Ha polfibile col foccorfo di quefta di trovarfi mezzo termine idoneo per la fpie- gazione di apparenze si flrepitore . E per quan¬ to abbiamo potuto filolofarci d’intorno non ahbiamo trovato miglior fentiero da potec giungere al conleguimento del fine, che di confiderare prima d’ogni altro a qual clafledi agenti fi debbano riftrire fimili apparenze , e sk ftrani fenomeni : fe al fopranaturale, che h Dio , fe al preternaturale , che b il Demonic, o pure al naturale , che fono le cuafe natura- Ji , e puramente fifiche . Poich£ oltre a quefti
E 3
jo Dissertazionk
tre principj non ci b altra caufa efcogitabile , a cui rapportar fi poffano gli effetti delf Uni- verfo ; attefo che Je operazioni , che fi poffo- no fare col mezzo degli Angioli eletti , io gli confondo con quelli della Divinit^, di cui iono miniftri , ed efecutori . Stabilito dunque quefto princioio veriffimo ed incontraftabile , principieremo a dilcutere ii noOxo fenomeno dalT Agente divino, cioe andertmo elumman- do, fe quefle flrane apparenze de’ Vampiri tie- no effetto immediaro, o mediaro dell Agente divino, vale a dire fe fia efpreffo volere di lui, che coteffi morti apparifcano a viventi nella maniera , che narrano. E qui fi dee primiera- mente rifletter-e , che fe quefle apparizioni fof- fero veramente in corpo ed in anima dell’ uomo gia morto quefle farcbbero indubitatamente mi- racolofe , ed effetto della Divinit^ . Conciofia- chk la vera rifurrezione d’ un morto non pu6 farfi , che da Dio folo , come furono quelle fatte da noflro Signore nelle perfone di Laz¬ zaro ? del figliuolo della vedova , e della fan- ciulla eflinta : non potendofi tal’operazione ef- fettuare in conto neffuno da qualhfia potenza creata , ne angelica, nb diabolica , fe non coll* efpreffo comando divino , come hanno efeguito tanti (uoi iervi nell’antico e nuovo teflamen- to. Ed in tal maniera rigorofamenre parlando, non fono i Sand , che rifulcitano un uomo eflinto, ma b folo Dio; ed i luoi fervi fono femplicemente elecutori della fua divinaOnni- potenia, ficcome intender fi dee pavimenti di
tutti
Sopr A I Vampui 1}
tutti gli altri miracoli , che togliono nell Uni- verio accadere . Gib luppoffo fi deduce 1* appa- rizioni de’ nollri Varnpiri non dfere operazio¬ ne fopranaturale e divina ; perchb ndl lltclfo tempo y che apparifcono [ fecondo cofta dall* informazioni giuridicamente prefe ] il cadave* ro del fuppoflo Vampiro fi fuole trovare at> tualmente nella tomba fepolto . Nefimilmente taT apparizione delVarppiro, ancorche lenza il proprio corpo , pubtffere operazione divina per la forte ragione , che volendofi impedire , che’l Vampiro pi u non comparifca , con fentenza giu- ridica- del magiflrato troncandofi al cadavero Ja tefla , e trapafiandogli con una lancia il cuore piu non comparifce, azione per altro inumana , barbara , e fuperftiziofa , e da Dio abbominata . Ora fe mai 1* apparizione fuddet* ta foffe opera divina, come un azione umana per altro si empia potrebbe mai impedire, che tgli piu non comparilca , e con cib fraftorna- re una operazione da Dio direttamente volu- ta ; potendo Dio colla lua fola volontk farlo milie volte ricomparire , non oftante mills tron- camenti di capo, e lanciate nel petto.
Ma oitre a quefta ragione , che b per fe fteffa fortiffima , affine di deludere afFatfoogni intervento divino da confimili apparizioni , b bene da notarii pria d’ogni altro , che Dio, fe- condo la comune opinione di tutti i Teologi e facri Dottori , non fuole far miracoli fenza neceffitk e ragionevoli motivi . Perchb trattan- dofi co’ miracoli di fconvolgere 1* ordine delle
E 4 co-
?a Dissert a 2 * one
ocfe , ed interrompere le Ieggi facrofante ed jnviolabili della narura, di cui lo fteffo Dio n* b confervatore , pare che non convenga alia fua aha e divina Providenza di difpenfarle pec cosi dire a cafo, e fenza un ragionevole mo- livo * come accaderebbe fenza dubbio in quc- Ro cafo del Vampiro . Imperciocch£ fi po- trebbe richiedere a cheprb, queRe appariziqffi cosi frequenti , forfe per far morire di folo ^a- vento tante innocenti creature? QueRo certa* mente non e proprio della Bonta divina . Forfe per efier cagione di violarfi si frequentemente i fepolcri , i quali appreffo tutte le n$zioni lono facrofanti , e fie’ libri facri del Deutoro- nomio e Levitico con leggi penali vieneefpref- famente proibito ? Forfe per effer autore di far confumare \ atto pi u barbaro ed inumano, che fentir fi poffa qual’ b quello , che per mano di un pu’hblico carnefice a viRa di tutto il popolo con ifpettacolo non piu udito , ne praticato nemmeno fra i Geti e gli Arimafpi, venga con una tagliente fciabla recifo il capo ad un innocente cadaveroj ed indi per fovra piu dell’ inumanirk gli fi trapaRi con una lancia il cuore ? Sarebbero queRe forie operazioni , che potefi'ero venire cagionate da Dio, il qua* le vuole , che la memoria degli eRinti fia fa* crofanta , e che il delitto di ft evire in mot- tiios foggiaccia rigorofamente alia pena di morte ?
Tutte le leggi divine ed umane , civili im* periali e canor.iche , ed unitamentc tutte le na-
f
Sor&A i Vamps r! aioni piu barbare del mondo concordamente ef« clamano r con dccretare pcne rigorofiflime contra coloro , che perturbano il ripofo de5 morti , c che inveifcono contro al corpo di quefh 9 che fecondo il detto di S. Agoftino fono fti* mati molto peggiori e piu criminoft di co« loro , che uccideffero un uomo vivente .* pejores funt , ac deteftandi , qui in corpora mot * tuorum infeviunt , tanquam in viventium , nam de~ funtlorum cadaver a veluti facrofantfa cenfenttw * Da cio dunque ciafcheduno pub ben giudicarc, fe confimili apparizioni di Vampiri , circonval- late da circoftanze si deteftabili , poffono effe attribuirfi ad operazioni divine , o che Ja Di¬ vinity ci pofia aver in efts parte alcuna , fe non che il puro concorfo fifico , come caufa univerfale di tutte la azioni naturali .
Or qui b ben da rifletterfi per regola gene- rale di tutti le apparizioni, affine di poterfi difcernere quali fteno divine ^ e di fuo efpref- fo comando , e quali no, devono concorrere 3e feguenti condizioni . Primieramente fecondo s’ offer va da S. Agoftino, fe Tapparizione fia d’ un anima eletta* quefta quantunque ful prin¬ ciple e a prima vifta foglia cagionare a chi apparifee un poco di turbamento ,* in apprefto poi lafeia lo fpirito in calma, ed in ripofo* Se fara d* un anima rebroba cagioneragli uri gran terrore, perb far& accompagnato colla converfione di quello, a cui ft fa 1’ apparizio* ne , o d* altri liccome dicefi , accadeflfe a Brunone3 e fuoi gompagni, Ma nqp mai vi b
ftato
74 Djssertazionb
/la to efempio, the abbia apportato ad altr! la jnorte , come luole quafi fempre fuccedere nel- Je apparizioni de1 Vampiri . Apparitiones , & il medefimo Santo Dorrore , che parla nel libro de civit. Dei , animavum qua funt eleffa , etfi primo earum intuitu tewovem inferant • deinde ftatim qutbus apparent e \um ammum in ferent» late Ytlinquunt , /ecus ieto de tilts , qua funt in maffa damnatorum , fed baud hoc folet accide - *e niji aliqua adjlanttum intcrveniat tmendatio , ftc Deo tales permittendo appavtt tones . Quali fo- no dunque nel cafo noftro de’ Vampiri le con- verfioni degli aflanti , che fi ricavano da fimi- li apparizioni ? niuno fe ne racconta . Non al- tro fi narra ? che morti funefle ed improvife di coloro , che a tali apparizioni foggiacciano, c tutto il frutto , che da quefle fe ne ritrae altro non d, che divenire Vampiro ancor egli dopo lua morte , e far in appreffo il medefi- mo giuochetto di comparire, e far gli altri morire come i primi facevano , farfi confeguen- temente troncare il capo, e farfi paffare una Jancia nel petto . Se tali apparizioni dunque pofTano effere effetti miracolofi, ed apparizio- ni della fapienza divina , lo lafcio confiderare e credere a chi ha fior di fenno . Cvedat Judices t,fpella , che io per me nol credo .
Secondariamente le apparizioni miracolofe , che fi fogliono fare con efpreffo divino vole- re ordinariamente , come fi puo ben oflervare nelle iacre Scritture , fogliono efTer rare , e per qualche importantiflimo fine dalla divina
Prov*
Sopr A 1 VampiU 75 Provviderrza giudicati efpedienri. & apparizio- fli degli Angioli per lo fpazio di quafi due mila anni dal Patriarca Abramo fino alia ve- nuta di Crifto noftro Signore fi leggono rarif- fme , a riferva di quelle fatte ai tre principal! Patriarchi , e a Mois& , e a Daniele . Poich& I’ altre apparizioni, o vifioni feguite in perfo- na de’ Profeti , fecondo la comune opinionede* SS. Padri non fono ftate vere apparizioni* rea- li , ma vifioni interne, e mentali , o per dir meglio effetti della loro fantafia eosi da Dio difpofta per far loro meglio comprendere cio, che voleva far loro fapere in ordine agli even- ti delle cofe future , Delle vere apparizioni dell* anime de’ morti a riferva della lola del gran Geremia Profeta , e di Onio ai Maccabei , e di quella di Samuele a Saulle , bench& ancora di quefta fi dubiti , fe fia ftata reale o fantafti- ca , non fe ne legge altra in tutta la Sacra Scrittura nel periodo di tanti fecoli ; e nel nuovo Teftamento quelle di Moisk , e di E- lia ful Taborre . E con ragione tal rifer¬ va mentre Dio pare, che fia gelofo del ri- pofo dell’ anime de’ morti per non inquietarle ienza una oran cagione di farle ritornare in queflo mondo a fare fimili comparfe ; laddove nella Storia de* noftri Vampiri non fi legge al- tro ogni giorno, ora in un paefe , ed ora in un altro , che apparizioni di morti , e quel che & peggio , e non so fe debba dire da far piuttofto trafecolare o pur ridere , con modi improprj ed indecenti , quali fono quelli di.
vo«
i
fpty D I s s E T A 2 I O K i voler mangiare , bevere , ed ubbriacarfi , e quei che & piii fordido con metterfi a letto , e vo- Jere colie loro mogli giacere. Mi vergogno piil olfre trattenermi a confutare quefte inezie, e di diftimpegnare la Divinity da quefte appa- renze di Vampiri , e per cio facendo col dot- tiffi mo Boezio termine a quefto capitolo , e paftando all’ altro conchiudo con quefte lue au- ree parole . Qua funt per fe impropria y tndigem fta & re$a tationi maxime vepugnantla non fatis illis oppugn and ts morandum , fed pot ins aut deri - denda y ant fikntio obftgnanda defer ere .
Capo vii.
Se V appavigioni de Vampiri poffono afcriverfi ad opera preternatum vale o fia diabolica „
ESclufi i Vampiri da ogni operazione fopra* naturale, e miracolofa reftaci ora da vedere, fe quefto fenomeno poffa fcioglierfi per opera preternaturale , e diabolica . H verament€ a pri¬ ms vifta pare* che quefte apparenze fi poftono piuttofto prendere per illufioni diaboliche , che per opere divine o vero naturali , eftendo pro- prio del demonio, come infeAo agli uomini ,
SoFR A I V'AMPIR! ' 7 T,
di preflare fimili apparenze e perniciofe si me- defimi . Apparenze frequent! cT uonlini morti di notte tempo coa terrore e fpavento , con tffetti di morte , con fucchiamenn di fangue, con clamori di eadaveri , fono azioni cosl llra- ordinarie , che non potcndjfi attribute a Dio^ nk mtno pote idofi cag' 01.1a re per via narurale par che riecefTiriamenre attribuir lidebb^naad opera diaboMca . L’ appi*izione del Profeta Sa- muele al Re Saulle eff rtuata per opera della PitonilTa Maga , par che ne lommimllri pruo* va badanre * che pero per dilucidar meglio quefta materia fia di mefliero di efammar pria in quante maniere confimili apparenze operac fi poiTono daF demon io . ■
In quattro Foie maniere , fecondo la comune opinions degli Aiitori, e fpecialmente del P* Martino del Rio, e del P. Gafparo Scotti * che hanno trattato fimili materie puo ci6 avt venire. Pnma con informare di nuovo T ani- ma del defunro nel fuo priftino corpo , e far- lo con quefto comparire . Secondo con intro- mettere F anima del morto in un altro corpo finto e fuppofitizio . Terzo con informare il demonio flefifo per modo di afliflenza il corpo vero deir uomo morto ; e quarto coll’ affumer- fi dal diavolo un corpo aerio , o fantaftico r ed in fal guifa comparire in nome , e forma, del gih morto. In piii